Reggio Calabria. Continua il calvario degli incidenti stradali sulla tangenziale reggina come sulla Statale Ionica 106. Giovedì scorso sono stati ben tre gli incidenti che si sono verificati quasi contemporaneamente fra lo svincolo delle Bretelle e quello di Arangea, creando il caos. Si tratta, infatti, dell’unica cerniera stradale tra le periferie nord e sud della città, attraversata ogni giorno da migliaia di reggini, da tempo assolutamente inadeguata al livello di traffico a cui è quotidianamente sottoposta. Agli incidenti, purtroppo tante volte mortali, si aggiungono periodicamente i lavori di manutenzione che rendono l’arteria un imbuto impercorribile, un vero e proprio incubo per gli automobilisti, costretti a trascorrere in fila ore ed ore. E’ una delle patologie, ormai croniche, che affliggono la città e che l’amministrazione comunale in ben sette anni non ha considerato una priorità, investendo, nel contempo, cospicue risorse finanziarie nel più “redditizio” settore dello spettacolo. Inoltre, circostanza che ritengo ancora più grave, rimanendo inerme quando il governo Berlusconi, qualche mese fa, ha tolto a Reggio i fondi, stanziati dal precedente governo di centrosinistra, che avrebbero consentito la progettazione della nuova circonvallazione sull’asse Campo Calabro – Bocale. Ma, evidentemente, tale opera non è considerata prioritaria da chi ci governa, sia a livello centrale che comunale. Per quanto riguarda la viabilità alternativa alla Statale 106 (che dovrebbe snodarsi dalla via Padova a San Gregorio), la situazione è anche più grave, essendo l’unica arteria che collega il centro cittadino, la sua periferia sud ed i restanti comuni della fascia ionica della provincia, nonché percorso obbligato che, da sud, porta agli Ospedali Riuniti. Ma nemmeno ciò è ritenuto prioritario dall’attuale inquilino di Palazzo San Giorgio. Il progetto in questione rientra nel Piano dello Opere Pubbliche varato dall’amministrazione comunale per il triennio 2008 – 2010, ma, dato l’interesse dimostrato sino ad oggi, sembrerebbe solo un elemento formale da esibire quale alibi a fronte delle giuste proteste dei cittadini, costretti a snervanti file, soprattutto nei pressi dello svincolo di Modena dopo l’apertura del nuovo Liceo Scientifico “Alessandro Volta”. E’ bene ricordare che il progetto della viabilità alternativa alla SS 106 è vecchio di nove anni. E’ questo il tempo trascorso dalla delibera di Consiglio comunale n. 13 del 26/4/2000, con la quale l’opera, pensata per la sua “primaria importanza in quanto consente di creare una valida alternativa all’unica via esistente”, era stata programmata dall’allora amministrazione Falcomatà, destinando un miliardo di vecchie lire. Somma triplicata con la delibera di Consiglio comunale n. 38 del 29/12/2000, contenente l’approvazione del progetto preliminare dell’opera, realizzato dall’ufficio tecnico del Comune. Pertanto, tra l’approvazione del Piano di programmazione triennale delle Opere Pubbliche e quella del progetto preliminare (con il relativo adeguamento dell’impegno di spesa) erano trascorsi solo otto mesi, a dimostrazione di un sincero impegno per la realizzazione della viabilità alternativa. Da allora solo parole, perché le scelte delle amministrazioni di centrodestra sono andate in tutt’altra direzione. E mentre in questi ultimi anni il primo cittadino ha impegnato sempre più risorse nelle sue armi di “distrazione di massa”, non ha trovato quelle necessarie per la realizzazione di opere fondamentali per la città. Per il sindaco, evidentemente, è meglio inebriarsi in feste e salsicciate, peraltro lautamente ricompensate. Sarebbe meglio, invece, impegnarsi per definire un serio progetto di sviluppo della città, di cui le infrastrutture sono parte imprescindibile, anziché proseguire verso un futuro che intravedo incerto e buio.
dr Demetrio Martino
consigliere comunale Pd