Cosenza. Nella mattinata odierna il Nucleo investigativo del Comando provinciale Carabinieri ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare personale emessa su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro a carico di 4 soggetti indagati, a vario titolo, di usura ed estorsione aggravata. Un’altra persona è stata sottoposta all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Il provvedimento costituisce l’esito delle indagini svolte a seguito dell’esecuzione, nel giugno del 2008, di un decreto di fermo a carico di 32 persone nell’ambito del procedimento “Anaconda” (attività d’indagine avviata sempre dal Nucleo investigativo nel gennaio del 2006 sulla base di una denuncia per tentata estorsione posta in essere, con le tipiche modalità mafiose, ai danni di un imprenditore edile cosentino) che aveva disarticolato il sodalizio mafioso, operante nel territorio di Cosenza e zone limitrofe, al cui vertice si collocava un personaggio storico della criminalità organizzata cosentina, ritenuto il mandante dell’omicidio di Angelo Cerminara, scomparso il 4 ottobre 2006. Il sodalizio criminale aveva ad oggetto prevalentemente la commissione di estorsioni, usura ed esercizio abusivo dell’attività creditizia, e controllava numerose attività economiche (una discoteca, un complesso residenziale ed una rivendita di materiale edile, tutte oggetto di sequestro) capitalizzate con proventi di reato. L’organizzazione, inoltre, era composta da soggetti di particolare caratura criminale che avevano anche costituito una base operativa anche in Spagna ed era legata da rapporti illeciti con altri gruppi criminali presenti nel territorio sulla base di una sorta di patto di non belligeranza, stretto per la spartizione dei proventi delle varie attività illecite.
Decisivi in ordine alla dimostrazione della responsabilità dei soggetti arrestati si sono rivelate le dichiarazioni rese ai magistrati inquirenti e alla polizia giudiziaria dalle vittime dei soggetti arrestati, peraltro riscontrate da numerose intercettazioni. Le condotte di usura contestate si riferiscono a 8 episodi, avvenuti nell’arco di tempo 2006-2008. Il tasso usuraio praticato dai soggetti colpiti dal provvedimento variava dal 5% al 15% mensile dell’importo ricevuto in prestito. Nel caso di mancata restituzione del capitale nel periodo pattuito, generalmente pari ad un mese, la vittima era costretta a rinnovare il prestito per un periodo di uguale durata allo stesso tasso di interesse. Nella circostanza, oltre alla necessità di sottostare al ricatto, spesso le vittime, conoscendo lo spessore criminale dei soggetti da cui ricevevano il denaro, subivano un’elevata pressione psicologica consistita nel ricevere continui solleciti al pagamento di capitale e interessi, con espliciti riferimenti alla necessità di renderne conto a soggetti di indiscussa valenza delinquenziale della cosca.
In un caso si è accertato che una delle vittime, a fronte di un prestito di 25 mila euro, nell’arco di otto mesi, è stata costretta a restituire circa 35 mila euro, pagando quindi 13 mila euro di interessi (1625 euro al mese, pari al 6,5 % mensile).
I soggetti colpiti dalla misura sono:
RIMOSSO PER OBLIO, attualmente detenuto in Spagna;
RIMOSSO PER OBLIO, attualmente detenuto;
RIMOSSO PER OBLIO, attualmente detenuto;
RIMOSSO PER OBLIO;
RIMOSSO PER OBLIO