Reggio Calabria. L’ipotesi controcorrente e suggestiva poi diventata proposta oggettiva, dai più condivisa, di trasferire i Bronzi di Riace, in concomitanza con la chiusura del Museo, nella Sala Monteleone di Palazzo Campanella Sede del Consiglio Regionale, proposta assolutamente alternativa a quella che prevedeva il trasferimento delle due statue a Roma, sta diventando realtà. La comunità reggina è riuscita a dare una grande prova di sé. Alle dichiarazioni di intenti sono seguiti i fatti. Alle polemiche si è risposto con il confronto e la progettualità. Si è riusciti a trasformare un disastro annunciato in una grande occasione di sviluppo e di promozione del territorio. Di tutto questo bisogna dare atto alla politica, a quella con la P maiuscola, quella fatta per il bene della collettività che ha visto associazioni, sindacati, intellettuali, imprenditori, partiti politici, esponenti Istituzionali, la scuola, l’Università, professionisti, cittadini e studenti, fare squadra, anticipando notizie, denunciando decisioni prese altrove, proponendo soluzioni alternative, coinvolgendo nella battaglia, giorno dopo giorno, pezzi sempre più numerosi della società, costruendo proposte, accogliendo suggerimenti, scrivendo e realizzando una bella pagina di democrazia. D’altra parte, un po’ per sensibilità e un po’ per esperienza (sulla scia della battaglia condotta e vinta per il primo referendum della città contro la clonazione dei Bronzi di Riace) sapevamo che questa era la strada da seguire. Alla denuncia e al coinvolgimento democratico doveva seguire la proposta.
Ma tutto questo non sarebbe stato sufficiente se Enti ed Istituzioni non avessero accolto le preoccupazioni, le denunce e le proposte del “Comitato per la Valorizzazione dei Bronzi a Reggio”. A cominciare dalla convocazione da parte del Sindaco di quel tavolo interistituzionale che il Comitato a gran voce aveva chiesto e che ha consentito di voltare pagina palesando quella che era la reale volontà della città. E poi, in particolar modo, la Soprintendente Bonomi e il Presidente del Consiglio Regionale Giuseppe Bova si sono dimostrati immediatamente attenti, sensibili e disponibili alle richieste che venivano dalla città ed hanno saputo raccogliere il testimone che veniva loro consegnato per portare avanti una politica concreta ed un progetto di sviluppo. Oggi abbiamo di fronte una straordinaria occasione. Intanto, l’avere evitato il trasferimento dei Bronzi a Roma equivarrà a recuperare appena in tempo quei flussi turistici che, sebbene modesti, abbiamo rischiato di perdere. Ma questo non basta. Il restauro a “porte aperte” consentirà a Reggio di tornare ad essere, così come accadde nel 1994, un importante centro di ricerca e di restauro. Ma, non solo. La straordinaria occasione che abbiamo davanti è quella di attrarre nuovi flussi turistici richiamati da un restauro spettacolare che, ovviamente, si presenta in modo suggestivo.
Sarà l’occasione per richiamare l’attenzione sulle altre nostre ricchezze, non solo sugli eccezionali Guerrieri, ma anche sui Bronzi di Porticello (la Testa del Filosofo primo ritratto umano della scultura greca e la Testa di Basilea) sui Pinakes locresi, sul Kouros di Reggio e su tutti i reperti che saranno resi fruibili nel Museo diffuso che verrà allestito in città. Sarà l’occasione per rilanciare l’attenzione su quella Città Metropolitana che ha voglia di fare, che sa fare, che si candida a diventare, insieme a Messina, Area Metropolitana dello Stretto per assumere un ruolo trainante e fondamentale per lo sviluppo della Calabria, del Mezzogiorno, del Paese e del Mediterraneo.
Il Comitato
per la Valorizzazione
dei Bronzi a Reggio