Misilmeri (Palermo). I Carabinieri della Stazione di Misilmeri hanno rintracciato e tratto in arresto in ottemperanza ad un ordine di esecuzione per la carcerazione emesso lo scorso 6 maggio 2010 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Termini Imerese, il pensionato Giusto Bono, 70enne, di Misilmeri, residente in Contrada Pagliarazzi.
L’uomo era già stato tratto in arresto dai Carabinieri della Compagnia di Misilmeri il 22 gennaio 2008 nell’ambito delle indagini da cui era scaturito fermo di polizia giudiziaria, che aveva permesso di individuare a distanza di poche ore, l’autore dell’omicidio in pregiudizio di Damiano Vitrano, 80enne, avvenuto la notte del 21 gennaio 2008 a Misilmeri.
L’anziano pensionato, condannato alla pena definitiva di 16 anni di reclusione per l’omicidio di Damiano Vitrano è stato associato presso la casa circondariale “Cavallacci” di Termini Imerese a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che ha emesso il provvedimento restrittivo.
La vittima, era stata rinvenuta cadavere, carbonizzato in Contrada Catena di Misilmeri (PA). L’opera di ricostruzione dei Carabinieri sui motivi che hanno portato all’efferato omicidio si rese ancor più difficile perché l’autore o gli autori dettero alle fiamme il corpo della vittima per coprire eventuali tracce e sviare le indagini degli investigatori.
L’attività investigativa dei Carabinieri iniziata nell’immediatezza la sera del delitto ha portato nella mattinata del 22 a distanza di poche ore, gli investigatori presso l’abitazione del Bono dopo che erano stati raccolti inconfutabili elementi che indicavano quale presunto autore, a causa di costanti liti fra due proprietari vicinali, poiché non correva buon sangue.
Il Bono, presentava delle ecchimosi e delle ferite al volto ed alle mani frutto di una probabile colluttazione avuto di recente con un altro contendente inoltre indossava dei pantaloni con evidenti tracce di sangue pertanto si è subito reso necessario approfondire la posizione dello stesso indagato, che successivamente nel corso dell’interrogatorio, incalzato dalle domande e dalle contestazioni dei Carabinieri, alla presenza dell’avvocato e del magistrato ha ammesso le sue responsabilità.
Dalla ricostruzione dei fatti, risultava evidente che i due contendenti, erano venuti alle mani a seguito di animata lite dove, nel corso della colluttazione il Vitrano sarebbe caduto, battendo la testa contro il muro e rimanendo esanime al suolo.
L’omicida a questo punto, accecato dalla follia e dolorante per le botte ricevute durante la colluttazione, avrebbe cosparso il corpo della vittima con della benzina dandogli fuoco e ritornando alla sua limitrofa abitazione dove si sarebbe curato da solo.