Palermo. I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale della Sicilia hanno concluso un’ulteriore fase della operazione “Archeoweb”. L’attività è stata finalizzata alla repressione del fenomeno della vendita di reperti archeologici siciliani, di illecita provenienza, su siti web. Nei primi cinque mesi dell’anno in corso, i militari del reparto speciale hanno portato a termine, nella sola provincia di Palermo, varie perquisizioni domiciliari culminate con 7 (sette) denunce di privati detentori e 69 (sessantanove) reperti archeologici sequestrati: fra questi vasi a figure nere e rosse, statuette fittili, anfore, monete, greche, romane e medioevali, tutti pertinenti ad un arco storico compreso tra il VII a.C ed i primi secoli dell’era cristiana, e riconducibili a siti archeologici siciliani.
L’operazione “Archeoweb”, ovvero il costante monitoraggio dei siti web che ospitano le inserzioni di privati venditori di reperti archeologici siciliani, è una delle attività operative dei carabinieri del Tutela Patrimonio Culturale, inserita nell’ambito del più ampio ed assiduo controllo del mercato, tesa ad ostacolare la dispersione del nostro importantissimo patrimonio archeologico, perennemente minacciato dal fenomeno endemico degli scavi clandestini. Tutti i reperti sequestrati sono stati messi a disposizione dei funzionari della locale Soprintendenza; i privati detentori, sprovvisti di idonea documentazione attestante la legittima provenienza e possesso dei beni archeologici, dovranno rispondere del reato di ricettazione, in quanto detentori di reperti verosimilmente provenienti da scavi clandestini.
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