Palermo. Sono sempre più frequenti i servizi di contrasto al traffico degli stupefacenti disposti dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Palermo, che ha tra le priorità istituzionali la lotta all’industria della droga. Gli stupefacenti sono nella realtà criminale, parte fondamentale di un mercato in continuo movimento ed evoluzione, presente in maniera capillare sul territorio, legata alle svariate e molteplici richieste del mercato. Nell’ultimo periodo oltre a massicci sequestri, si è registrato un aumento delle coltivazioni di sostanze stupefacenti, filiere produttive della droga, catene di montaggio che permettono a questi “produttori-imprenditori”, frequentemente a loro volta anche impegnati quali “venditori”, di abbattere i costi di produzione bypassando intermediari, di aumentare i profitti grazie al sistema a “ciclo continuo”, rimpiazzando le piante appena tagliate, con nuovi germogli pronti a dar vita ad una nuova coltivazione.
Vi sono due tipologie di colture, quelle classiche dove le piante sono celate tra normali piantagioni in più o meno grossi appezzamenti di terra, nel tentativo di eludere i controlli delle Forze dell’Ordine; sia quelle casalinghe, comunemente dette “indoor”.
In questa occasione sono stati i Carabinieri della Stazione di Palermo Oreto a scoprire una piantagione di canapa indiana sul monte Grifone. I proprietari del fondo rispettivamente padre e figlio, successivamente identificati in Benedetto Chinnici, palermitano di 32 anni, agricoltore, e Antonino Chinnici, palermitano di 55 anni, sono stati accusati entrambi di coltivazione di sostanza stupefacente verosimilmente “Cannabis Sativa” in concorso. I due avevano allestito la loro coltivazione di droga, in un appezzamento recintato e chiuso da un cancello in un terreno distante poche centinaia di metri dalla città.
All’interno, i militari hanno scoperto quanto celato dietro un normale terreno coltivato, che oltre ospitare animali e baracche in metallo, una coltivazione di alberi d’ulivo, sul terreno, e numerosi recipienti d’acqua con relativo impianto per l’irrigazione. L’area della coltivazione era stata delimitata, recintata e delimitata per impedire che animali potessero girare liberi nel terreno e danneggiare le piante.
Sotto gli alberi d’ulivo sono state trovate oltre 100 piante di canapa indiana interrate alte circa 45 centimetri, nei pressi delle baracche in metallo altri 32 contenitori in plastica che contenevano dei vasi con piante di canapa indiana delle stesse dimensioni, infine in vari punti del sito 115 piante di una dimensione variabile tra i 10 ed i 35 centimetri, a dimostrazione del ciclo “continuo”.
Sul posto sono intervenuti i Carabinieri del L.A.S.S. (Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti) del Comando Provinciale per effettuare la campionatura delle piante ed il sopralluogo inerente la dislocazione delle piante di canapa indiana.
I Carabinieri, dopo aver eseguito la campionatura, hanno estirpato le piante, il terriccio contenuto nei vasi è stato raccolto in due sacchi di juta, potendo contenere altri eventuali semi in via di germogliazione. Il terriccio è stato quantificato in Kg. 30 circa e sottoposto a sequestro. Nel contesto si è stata effettuata una perquisizione domiciliare che ha permesso di rinvenire, nell’abitazione di Benedetto Chinnici, della sostanza stupefacente del tipo “marijuana” per un peso pari a 12 grammi in parte sfusa ed altra confezionata in due involucri in cellophane trasparente, due attrezzi in metallo per triturare la sostanza stupefacente allo stato di essiccazione e la somma in contante di euro 15.650 in banconote da 50 € verosimilmente provento della vendita di ulteriore sostanza stupefacente, il materiale e la somma in denaro, sono stati sottoposti a sequestro.
I due arrestati sono stati condotti presso la locale Casa Circondariale come disposto dall’Autorità Giudiziaria. Anche la sostanza stupefacente rinvenuta presso l’abitazione di Benedetto Chinnici sarà inviata presso il L.A.S.S. per la relative analisi di laboratorio.
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