I ricercatori dell’Ingv e dell’Università della Calabria hanno scoperto un vulcano sottomarino spento, e fino ad oggi sconosciuto, nel Tirreno meridionale a largo di Capo Vaticano, località balneare del Comune di Ricadi, in Calabria, localizzato a circa 120 metri sotto al livello del mare. Il vulcano, che non ha ancora un nome, si estende per circa 15 km (38° 50′ N; 15° 50′ E). Fra qualche giorno saranno resi noti i risultati della scoperta degli studiosi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Riccardo De Ritis, Guido Ventura, Iacopo Nicolosi, Massimo Chiappini, Fabio Speranza) e degli studiosi dell’Università della Calabria (Rocco Dominici, Rosanna De Rosa, Paola Donato, Maurizio Sonnino), i dati verranno pubblicati sulla prestigiosa rivista internazionale Journal of Geophysical Research (JGR).
La scoperta è stata possibile grazie alla tecnica aeromagnetica che ha permesso di evidenziare una struttura sommersa con l’ausilio di strumentazione dedicata a bordo di un elicottero. Si tratta di un magnetometro trainato da un velivolo su cui è installato un vero e proprio centro di calcolo, spiega il Dr. Massimo Chiappini, firmatario della ricerca.
Nell’articolo in via di pubblicazione il vulcanologo dell’INGV Guido Ventura riferisce che il vulcano di nuova scoperta è stato attivo tra 670 mila anni e 1 milione e 70 mila anni fa, come dimostrano le datazioni radiometriche già effettuate su campioni di pomici a terra. E’ noto che in Calabria non esistono vulcani, ma il tutto nasce da un’intuizione maturata osservando la carta magnetica e la presenza di alcuni prodotti vulcanici nell’area di Capo Vaticano di cui non si conosceva la sorgente. Riccardo De Ritis scopre che la struttura vulcanica si imposta proprio su una faglia attiva che l’8 settembre del 1905 sconvolse con un terremoto di magnitudo 6.7 la Calabria, facendo 557 morti accertati e migliaia di senzatetto.
“C’e’ una diretta sovrapposizione – dice De Ritis – tra il corpo vulcanico individuato, la struttura sismogenetica e quella magnetica misurata con la tecnica aeromagnetica; tuttavia non vi è relazione diretta tra l’attività vulcanica e la sismicità dell’area di Capo Vaticano”. Questa importante scoperta mette in discussione gli attuali modelli geodinamici del Tirreno e indica come i vulcani delle Eolie si estendessero verso Est ben oltre quanto fino ad oggi ritenuto. Fino ad ora, gli attuali dati posizionavano il vulcanismo delle Eolie fino a poco oltre Panarea e Stromboli, mentre la scoperta dimostra che si estende fino alla costa calabra.