Rossano Calabro (Cosenza). Si è conclusa la protesta che per diversi giorni è stata inscenata dai detenuti presenti nel carcere di Rossano e reclusi in un braccio separato dagli altri, perché sospettati di appartenere ad Al Qaeda. La rimostranza, concretizzatasi colpendo alla stessa ora le inferriate delle celle con utensili vari, è scaturita dalla doppia esigenza di poter consumare carne macellata secondo la tradizione musulmana e di usufruire di un tempo più ampio per pregare quotidianamente. Istanze che sono state accolte dal direttore del carcere, Giuseppe Carrà, il quale ha specificato che “I benefici sono stati estesi a tutti i detenuti di religione islamica presenti nel carcere per non creare alcun tipo di disparità”.
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Milano - Valorizzare i beni confiscati presenti in Lombardia, mettere a sistema ogni informazione utile ad accelerare i processi di...
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