Melito Porto Salvo (Reggio Calabria). Due persone, M.A. e B.A., sono state tratte in arresto dai finanzieri della Tenenza di Melito di Porto Salvo in esecuzione di specifica ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti dei due, entrambi imprenditori attivi nel settore del commercio di autoveicoli.
L’accusa contestata è di concorso in bancarotta fraudolenta per aver sottratto dalla massa fallimentare dell’azienda di cui risultavano titolari, per gli anni dal 2003 al 2008, ricavi e somme di denaro per circa 1 milione e quattrocento mila euro.
Diversi i beni e le attività dell’azienda, tra cui conti correnti, disponibilità finanziarie, autorizzazioni all’esercizio dell’attività commerciale, sequestrati in via preventiva ex art. 321 c.p.p. su espressa disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Tra gli elementi attivi presenti nel patrimonio aziendale spiccano due unità immobiliari, site nel comune di Condofuri (RC) per un valore presunto pari ad oltre 75.000 euro.
Questo il bilancio di una complessa ed articolata attività di indagine che ha visto impegnati i militari delle Fiamme Gialle melitesi sin dalla prima mattinata del 18.09.2010 e che ha portato all’esecuzione delle due misure emesse dal GIP del Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di M.A. e sua moglie, B.A., destinatari delle misure restrittive rispettivamente della custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari.
L’operazione, denominata “Distraction”, a voler mentalmente rievocare l’idea di chi dissipa ed occulta le disponibilità economiche e finanziarie con il fine specifico di eludere le pretese dei propri creditori, ha sviluppato le risultanze di una pregressa indagine che, a partire dal 2008 aveva già coinvolto uno degli attuali indagati, operante nel settore del commercio di autoveicoli.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, hanno permesso di appurare come il M.A., già titolare di una attività di vendita di autoveicoli usati, anche a distanza di pochissimo tempo dalla sentenza che lo dichiarava in fallimento nel 2005, avesse architettato con estrema arguzia il proprio disegno criminale: costituire, con l’ausilio e la compiacenza della moglie, una nuova ditta operante sempre nello stesso settore, a lei formalmente intestata, ma di fatto, gestita esclusivamente in prima persona dallo stesso M.A., che intratteneva rapporti commerciali con numerosi clienti e rivenditori di autoveicoli operanti nella provincia reggina.
Ecco così svelato il fraudolento ed ingannevole meccanismo: avvalendosi di figure di secondo piano, nonché mediante fittizie intestazioni a prestanomi di comodo che hanno messo a disposizione il proprio conto corrente al fine di sviare la tracciabilità degli assegni, l’imprenditore ha potuto proseguire per anni indisturbato e sotto altre vesti la propria attività, distraendo in tal modo il portafoglio dei propri clienti.
L’operazione, portata a termine dai militari della Tenenza della cittadina del basso ionio reggino, è il frutto di articolate indagini concretizzatesi grazie ad un attento esame delle documentazione amministrativo-contabile acquisita e sottolinea ancora una volta la costante attenzione che il Corpo riserva al contrasto di tutti quei comportamenti illeciti messi in atto a danno di ignari cittadini e di imprese che operano nel pieno rispetto delle regole.
Valorizzare i beni confiscati, accelerando i processi di assegnazione e utilizzo
Milano - Valorizzare i beni confiscati presenti in Lombardia, mettere a sistema ogni informazione utile ad accelerare i processi di...
Read more