“La corsa dell’ultima estate” di Saverio Pazzano, Laruffa Editore (pp. 107, € 10,00) è la storia di un ragazzo nell’estate del suo diploma. Quell’estate che, per tutti, è stata davvero l’ultima: prima che la vita ci travolgesse. L’estate dove ti giochi il futuro: perchè devi scegliere cosa fare e non è facile. L’estate che è la linea d’ombra di conradiana memoria; varcata la quale si entra nell’età adulta e si lascia alle spalle la giovinezza. Il protagonista non è solo; con lui c’è il nonno, capitato a Reggio per caso. Era un dentista napoletano che doveva trasferirsi a Reggio Emilia. La sera prima di partire festeggia con gli amici; al mattino, non ancora smaltito i postumi della notte, si reca alla stazione e chiede a un ferroviere da dove parte il treno per Reggio. Per lui: Reggio nell’Emilia. Per il ferroviere: Reggio di Calabria. Così un malinteso cambia la sua vita. Lo scenario del libro è Reggio e lo Stretto, visti da una spiaggia Pietre Bianche: “una spiaggia non da turisti ma da innamorati del mare”. Nonno e nipote non sono soli. Ci sono Nanà, un vecchio pescatore e Adele, amata dal ragazzo. Intanto, si susseguono i riti estivi post diploma, come i saluti per chi va a studiare fuori con la promessa di rivedersi presto. Ignari che la vita scorre veloce e impetuosa portando via tutto e tutti. Alla fine Adele parte e il nonno muore. Un romanzo in cui ciascuno può ritrovare se stesso: i propri sogni, le proprie speranze, i propri cari. Dove anche la spiaggia è protagonista come nel film “Un mercoledì da leoni” di John Milius. Ma, forse, in realtà, l’unica vera protagonista è la vita con la sua imprevedibilità e bellezza che la rende straordinaria.
Tonino Nocera