Locri (Reggio Calabria). I Carabinieri della Compagnia di Locri, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip presso il Tribunale di Locri (dott.ssa C. Capitò), su richiesta della locale Procura (dott.ssa R. Sgueglia), hanno arrestato due giovani con l’accusa di violenza sessuale su minorenne aggravata e continuata. Si tratta di: Salvatore Commisso, ventiduenne di Siderno, e Gianfranco Bevilacqua, ventinovenne di Marina di Gioiosa Jonica (Rc), già noto alle forze dell’ordine, in atto già detenuto in carcere per altra causa.
E’ stata una indagine molto complessa, durata mesi, che hanno visto i militari della Compagnia di Locri, con il testa il comandante di Compagnia maggiore Ciro Niglio, impegnati a comprendere i tristi contorni di una serie continua di violenze sessuali subite da una minorenne della Locride, iniziate quando la giovane aveva meno di quattordici anni. Nel corso dell’attività la minore, che ha avuto il coraggio di raccontare le gravi violenze subite, è stata trasferita in una struttura protetta, dove tuttora dimora.
E’ purtroppo il quarto caso di violenze sessuali su minori scoperte dai Carabinieri della Compagnia di Locri solo negli ultimi due anni:
· era infatti il luglio 2009 quando a Bovalino fu arrestato il ventenne Giuseppe Aguì per violenza sessuale sulla sorella minore. L’Aguì, ancora detenuto, è stato condannato, col rito abbreviato, a diciotto anni di reclusione.
· nel luglio 2010 a Benestare furono arrestati per violenza sessuale su minore i giovani Francesco Caminiti e Marco Macrì, ancora detenuti, il cui processo è in svolgimento, a porte chiuse, presso il Tribunale di Locri;
· sempre nel luglio 2010 a Siderno furono arrestati per violenza su una minore Rocco Cherubino e Carmela Quattrone, tuttora in carcere.
Anche quest’estate si è aperta con un altro grave episodio di pedofilia nella Locride: un episodio che vede già arrestati i due presunti autori, ma con indagini che proseguono per meglio comprendere, come minimo, i ruoli di ben altri cinque indagati. La pedofilia è un reato gravissimo, in cui è fondamentale che nessuno taccia, denunciando i fatti immediatamente ai Carabinieri.
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