Reggio Calabria. Non ci preoccupa la brutta figura patita dall’assessore Tuccio, ma il danno provocato alla politica: non più governo della cosa pubblica, ma esercizio di avanspettacolo. Ci preoccupa l’abbrutimento della funzione del politico, che consideriamo funzione civica superiore. La spregiudicatezza elettoralistica, che sottende l’antisemitismo e l’anticomunismo – perdurano infatti frange di elettorato sensibili a pelle alla strumentalità terminologica, offende non solo il destinatario delle catilinarie che partono in riva allo Stretto, ma lo stesso “cicerone”. Coloro che assolvono alla funzione di rappresentare i cittadini, ed in molti, a destra e a sinistra, lo fanno perché credono nella democrazia, nei suoi strumenti e nelle sue aspettative, non possono restare indifferenti: basta con queste cadute di stile, di linguaggio e di comportamenti! La municipalità di Reggio Calabria ha il dovere politico di iniziare a marcare i distinguo e le distanze. Il sindaco Arena non può accettare che l’immagine della città venga vieppiù pregiudicata e la sua stessa sindacatura sempre più intorbidita: un sindaco ha l’obbligo di elevarsi e non farsi sempre e comunque partigiano, non è più il rappresentante di una compagine elettorale, ma dell’intera comunità reggina. La revoca della delega assessorile, nel contesto del peculiare peso politico assegnato al sindaco in funzione della elezione diretta, è indispensabile per sottrarre l’istituzione comunale al pubblico e diffuso ludibrio cui si è esposto l’assessore Tuccio. Aderiamo all’assemblea cittadina, indetta dalla federazione del PdCI e che si terrà sabato 17 dicembre alle ore 17.00, per difendere il valore della solidarietà politica, economica e sociale, il principio della pari dignità ed affermare il dovere della classe politica di elevarsi dalle brutture nelle quali appare essersi impantanata.
Antonio Marrapodi – Commissario provinciale Italia dei Valori