Già visto a Ginevra, Skoda ci rinfresca la memoria negli ultimi giorni dell’anno. E’ il VisionD concept il manifesto del futuro corso stilistico del costruttore ceco. Al Motorshow di Bologna, in prima nazionale è apparsa la MissionL, nuova berlina che sostituirà la Octavia. Questa VisionD, con le immagini diffuse da Skoda, traccia ancor meglio gli elementi che dovremo attenderci per i modelli futuri.
Linee pulite, superfici regolari, interrotte da spigoli e scalfature nette. Un disegno classico con tocchi di dinamismo. Addio alle forme tondeggianti, si riscrive il vocabolario dello stile. Il frontale accoglie la nuova calandra, più ampia e dai contorni molto tradizionali, fatta eccezione per un accenno di “muso” che ospita il marchio Skoda. Sebbene sia semplice il design, non rinuncia a tocchi di sportività, come i fari sottili e dai contorni netti: verrebbe da dire quasi Audi. Proprio dai gruppi ottici anteriori, come sulla MissionL, parte la scalfatura che percorre tutta la fiancata, per terminare in corrispondenza dei “gemelli” posteriori. E’ l’unico vezzo stilistico del profilo, che concede ben poco. La parte inferiore è dominata da minigonne integrate alla perfezione con gli archi passaruota, ben sagomati, danno l’idea di sportività e proseguono lungo tutto il perimetro dell’auto, disegnando il labbro inferiore del paraurti frontale.
Linea di cintura alta, sebbene regolare, con le superfici vetrate ridotte al minimo. La coda convince, specialmente l’integrazione dei gruppi ottici che sono più originali rispetto alla MissionL. Possiamo definirla una hatch-back questa VisionD, con il portellone dominato dal generoso lunotto, in continuità dal parabrezza. Posteriore che mantiene canoni sportivi; che non sia concept pensato per trasportare oggetti voluminosi, lo conferma la soglia d’accesso del bagagliaio, che resta piuttosto alta, a vantaggio dello stile, con il paraurti che ruba gran parte della scena.
Un concept che piace, riesce a coniugare un disegno sobrio e semplice, con soluzioni e tocchi buoni a conferire il giusto dinamismo e sportività: gli sbalzi anteriori e posteriori molto ridotti contribuiscono non poco all’idea, oltre a regalare un passo generoso rispetto alla lunghezza complessiva.
Fabiano Polimeni