Reggio Calabria. Ecco come la ‘ndrangheta esegue gli omicidi con la tecnica della “lupara bianca”. I carabinieri ne sono convinti, quello che è arrivato in una penna usb da un anonimo, è un video eccezionale. Documenta gli ultimi minuti di vita di Marco Puntorieri, ripreso al suo presunto assassino, Domenico Ventura, arrestato due giorni fa dai carabinieri per omicidio e occultamento di cadavere.
La svolta decisiva nelle indagini arriva da un plico giunto anonimamente ai carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria in cui è contenuto uno scritto anonimo e una pen drive usb. Nello scritto si rappresenta che l’anonimo autore avrebbe assistito all’omicidio, che Puntorieri sarebbe stato attirato da Ventura presso un casolare per “fare un lavoro” e lì sarebbe stato ucciso dallo stesso Ventura. L’anonimo specifica che il Puntorieri, insospettito dall’invito, gli avrebbe richiesto di filmare l’incontro in maniera occulta.
La pen drive viene repertata e inviata al Raggruppamento Investigazioni Scientifiche (RACIS) di Roma. I tecnici ne estrapolano il contenuto: è agghiacciante, vi sono alcune foto del casolare in cui sono stati rinvenuti i resti umani e vi sono le foto del corpo del Puntorieri riverso in terra. Oltre a ciò sono effettivamente presenti alcuni spezzoni di filmato ripresi da una telecamera fissata ad un albero di ulivo e da una tenuta a mano dalla persona che riprende a distanza. Nei filmati si vedono distintamente arrivare il Puntorieri e il Ventura presso il casolare. Discutono tranquillamente, il Ventura preleva dal casolare un fucile a canne mozze ma i due non si alterano e continuano a parlare in atteggiamento di attesa. L’atteggiamento è quello di chi ha pianificato un’azione criminosa congiunta. Dopo diversi minuti di attesa i due si incamminano ripresi dalla telecamera sull’albero, il Ventura continua disinvoltamente ad impugnare il fucile. Escono dall’inquadratura e dopo circa un minuto si odono distinti due colpi di fucile. L’immagine delle telecamera tenuta a mano inquadra il furgone del Puntorieri allontanarsi dalla zona.
La vicenda offre un documento di incredibile valore investigativo, l’indagine svela la dinamica di una “lupara bianca” commessa dalla ‘ndrangheta. Il soggetto viene invitato ad un appuntamento con l’accordo di preparare un’azione criminosa a cui lui parteciperà (il Puntorieri non è innervosito dal fatto che Ventura impugni il fucile e vi dialoga tranquillamente): in questo modo l’assassino ottiene il duplice obiettivo di condurre la sua vittima agevolmente in luogo isolato in cui la può colpire e sfruttare automaticamente tutte le accortezze che la stessa vittima adotta in virtù del reato che sta per compiersi (non informare parenti e amici, non utilizzare telefoni cellulari in prossimità dell’azione); non è un caso che il Puntorieri abbia lasciato a casa portafogli e telefono cellulare. Però è proprio in questo passaggio che si è creato l’imprevisto: il Puntorieri, in quanto appartenente alla cosca, non poteva rifiutare di partecipare, ma al tempo stesso ha evidentemente incaricato una persona di riprendere ciò che avveniva. La persona che ha ripreso, al momento non identificata, ha deciso di consegnare in questo modo l’assassino di Puntorieri alla giustizia. E lo ha fatto inviando i filmati al Comando Stazione che stava indagando sulla scomparsa a seguito della notizia del rinvenimento da parte dei carabinieri dei resti della vittima.
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