Gioia Tauro (Reggio Calabria). Questa mattina i Finanzieri del Gruppo di Gioia Tauro hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e patrimoniali reali emessa dal gip presso il Tribunale di Palmi Fulvio Accurso, traendo in arresto i seguenti soggetti ritenuti facenti parte di un sodalizio criminale dedito alla commissione di reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, bancarotta fraudolenta, frode fiscale continuata e riciclaggio di proventi da attività illecita:
ELENCO RIMOSSO PER OBLIO
Due di loro sono stati raggiunti da ordinanza di custodia cautelare in carcere, gli altri da ordinanza di custodia cautelare domiciliare.
In tale contesto, i Finanzieri hanno inoltre sottoposto a sequestro preventivo un capannone industriale, del valore di oltre due milioni di euro, realizzato nella 1ª Zona Industriale (zona porto) di Gioia Tauro avvalendosi di provvidenze pubbliche percepite ai sensi della legge 488/1992. Oltre alle persone in precedenza indicate, risultano allo stato indagati altre 7 persone, ritenute avere assunto dei ruoli più o meno rilevanti nelle vicende delittuose di cui trattasi.
L’attività di servizio, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palmi (sostituto procuratore Enzo Bucarelli) si inquadra nell’ambito dell’azione di contrasto della Guardia di Finanza ai fenomeni delle frodi a danno del bilancio pubblico e delle infiltrazioni mafiose nelle imprese insediatesi nella zona del locale porto e trae origine da accertamenti disposti ed eseguiti dal Gruppo di Gioia Tauro – in ossequio alle direttive impartite dalla Superiore Gerarchia – nei confronti della società “RIMOSSO PER OBLIO S.r.l.”, destinataria di finanziamenti pubblici percepiti ex legge 488/1992 per la realizzazione di uno stabilimento industriale proprio nei pressi del porto di Gioia Tauro (RC).
Le indagini esperite hanno consentito di poter sostenere, tra l’altro, che “socio occulto” della S.r.l. era tale RIMOSSO PER OBLIO – già denunciato per il reato di cui all’art. 416-bis c.p. (associazione per delinquere di stampo mafioso), in quanto ritenuto presunto affiliato di rilievo delle cosche Piromalli/Pesce di Gioia Tauro e Rosarno – famoso per essere stato, a suo tempo, protagonista nei tentativi di estorsione perpetrati dal medesimo e altri, sotto la regia delle principali cosche della zona, ai danni della Medcenter Container Terminal S.p.a. (richiesta della famosa tangente di 1,5 dollari a container movimentato nel porto di Gioia Tauro).
Nella vicenda odierna sono risultati avere assunto dei ruoli anche i figli di RIMOSSO PER OBLIO (RIMOSSO PER OBLIO e RIMOSSO PER OBLIO) e tale RIMOSSO PER OBLIO (in passato ritenuto prestanome di RIMOSSO PER OBLIO).
La pregnanza degli elementi di prova raccolti ha consentito di poter ipotizzare la sussistenza di un sodalizio criminale costituito al fine di commettere reati di “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, bancarotta fraudolenta e frode fiscale continuata”, il tutto nell’ambito della gestione della società RIMOSSO PER OBLIO S.r.l. (destinataria delle agevolazioni finanziarie di cui alla legge 488/92) ed avvalendosi delle imprese “cartiere”: ELENCO RIMOSSO PER OBLIO.
In particolare, secondo l’ipotesi accusatoria, attraverso: l’interposizione fittizia delle ditte RIMOSSO PER OBLIO e RIMOSSO PER OBLIO, l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti servite per gonfiare a dismisura le spese del programma d’investimenti finanziato ai sensi della legge 488/92, la produzione di documentazione bancaria attestante falsamente i pagamenti delle spese esposte a consuntivo del programma medesimo, il rilascio di false autocertificazioni attestanti la regolarità della citata documentazione di spesa e gli stati di avanzamento dei lavori, nonché la compiacenza del Tecnico incaricato dalla Banca Concessionaria per la redazione della relazione sullo stato finale del programma d’investimenti, la società RIMOSSO PER OBLIO S.r.l. traeva in inganno il Ministero dello Sviluppo Economico, così riuscendo a percepire indebitamente contributi, ad esclusivo carico del bilancio nazionale, per complessivi € 1.204.899,40, a fronte di un importo concesso in via provvisoria nella misura di € 1.338.879,00.
L’erogazione dell’ultima quota, “a saldo”, è stata bloccata grazie al tempestivo intervento della Guardia di Finanza di Gioia Tauro, che ha prontamente attivato le procedure per il recupero dei finanziamenti ritenuti indebitamente percepiti dalla società.
Sempre secondo l’ipotesi accusatoria, la società RIMOSSO PER OBLIO S.r.l. è risultata, inoltre, essersi avvalsa delle altre imprese di comodo in precedenza indicate, al fine di creare ulteriori passività inesistenti, servite per incrementare fraudolentemente i costi d’esercizio e l’Iva a credito, che veniva regolarmente utilizzata per il pagamento, attraverso il meccanismo della compensazione, di debiti erariali diversi.
Una delle predette imprese di comodo, da individuarsi nella ditta individuale RIMOSSO PER OBLIO, veniva dichiarata fallita nel 2010 ed i relativi beni, all’esito delle indagini, risultavano essere stati fraudolentemente distratti dalla massa fallimentare.
Il vorticoso giro di fatture per operazioni inesistenti individuate, è stato quantificato in complessivi € 4.101.329,56 ed iva € 811.879,37.
Ulteriori ed approfondite indagini di Polizia Valutaria all’uopo eseguite hanno consentito di poter sostenere, inoltre, che parte dei proventi delle attività illecite in precedenza descritte erano stati abilmente distratti dalle casse della società RIMOSSO PER OBLIO S.r.l. e fatti confluire su conti correnti privati riconducibili alla compagna di RIMOSSO PER OBLIO, RIMOSSA PER OBLIO, in capo alla quale è stato ipotizzato il reato di riciclaggio.