Reggio Calabria. Nell’ambito di attività di aggressione ai patrimoni mafiosi condotta dalla DDA di Reggio Calabria, rende noto un comunicato della Procura distrettuale di Reggio Calabria a firma del procuratore capo Federico Cafiero De Raho, in collaborazione con la Direzione Investigativa Antimafia ed il Nucleo Investigativo del Reparto Investigativo Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria, si stanno svolgendo le operazioni di sequestro di beni disposto, in data 1 aprile 2013 (rectius è più probabile che si tratti del 2014 ndr), dal Tribunale Misure di Prevenzione di Reggio Calabria, nei confronti di Sante Pisani, originario di Rosarno, trasferitosi con il nucleo famigliare a Poggio a Caiano (PO), agli inizi degli anni ’90, dove ha mantenuto la residenza fino al 2012, per poi fare ritorno nel Comune di nascita.
In data 14 ottobre 2010, il Tribunale Misure di Prevenzione di Reggio Calabria aveva respinto la proposta inoltrata dalla Direzione Investigativa Antimafia di Firenze. La DDA di Reggio Calabria, a seguito dei risultati investigativi raccolti dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria, ha reiterato la richiesta ed ottenuto il provvedimento di sequestro.
Sante Pisani è padre dell’avvocato Vittorio Pisani, tratto in arresto in data 8 febbraio 2014, nell’ambito dell’operazione “Onta”, per i reati di cui agli artt. 110, 572 comma 1 C.P., 81, 110, 610, 339 C.P., 81, 110, 339, 611 C.P., 81, 110, 378 cpv C.P., tutti aggravati dall’art. 7 d.1. 152191 conv. in 1. 203191, commessi in concorso con Michele Cacciola, Anna Rosalba Lazzaro, Giuseppe Cacciola, Gregorio Cacciola.
La vicenda processuale ha ad oggetto i fatti relativi alla morte per ingestione di acido muriatico, in data 20.8.201 1, della testimone di giustizia Maria Concetta Cacciola. Nell’ambito di quel procedimento, infatti, l’attività di intercettazione di comunicazioni tra presenti effettuata presso lo studio dell’avvocato Gregorio Cacciola avrebbe consentito di individuare, nella complessa vicenda, una condotta penalmente significativa attribuibile a Sante Pisani.
L’avvocato Gregorio Cacciola (anch’egli attinto da provvedimento restrittivo in data 8.2.2014, per le stesse ipotesi di reato) riferiva, infatti, al suo interlocutore (Giovanbattista Cacciola, fratello di Michele, padre della testimone di giustizia) che Sante Pisani aveva affrontato Gregorio Cacciola cl. 58 (fratello di Michele e Giovanbattista), per lamentarsi del fatto che l’avvocato Gregorio Cacciola andava in giro a parlare male del figlio (“il bello è che suo padre se n’è andato da tuo fratello da Gregorio … a lamentarsi che lui gli insultava il figlio”).
Dalla stessa conversazione emerge che, successivamente, il padre del Pisani si era recato a parlare anche con l’Avvocato Cacciola, il quale gli aveva evidenziato che il comportamento tenuto dal figlio era ingiustificabile, al punto che la famiglia Pisani, per recuperare l’onore perduto, aveva una sola scelta: ucciderlo (“è venuto da me … gli ho detto …(ride) … .e tu che vuoi fare ora? un cazzo di quello … una cosa sola gli ho detto io puoi fare … prima gli ho detto io vieni con me dove ti dico io, poi prendi una “faccetta” (falce) e .. inc … ma non voglio che arrivi nemmeno questo, sennò i “coppi”… (inc. abbassa il tono della voce, sussurra) … “figghisa e paisa” … (inc. abbassa il tono della voce, sussurra) … guardano le carte ci rendiamo conto chi ha detto e chi non ha detto, poi te la senti di prendere una “faccetta” . . . (inc. smorza le parole). . . “).
Continuando, l’Avv. Gregorio Cacciola rilevava che sarebbe stato meglio non ammazzare il Pisani, in quanto “non ne vale nemmeno la pena, non vale”, mentre Giovanbattista Cacciola dava immediatamente la sua disponibilità, ove necessaria (“se c’è. … se c’è il bisogno si fa qualcosa”).
Il ruolo di “mediatore” svolto da Sante Pisani nella vicenda è stato, altresì, confermato da Vittorio Pisani, nel corso dell’interrogatorio di garanzia.
Determinanti, infine, ai fini della qualificazione della condotta del Pisani, si sono rivelate le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia, Salvatore Facchinetti.
Il complesso degli elementi investigativi raccolti, pertanto, ha consentito di dimostrare che Sante Pisani sarebbe il referente economico-finanziario di due tra le più pericolose famiglie di ndrangheta, cioè i Pesce e i Bellocco di Rosarno.
Il Tribunale di Reggio Calabria – sez. Misure di Prevenzione, pertanto, accogliendo la proposta della Direttore Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, ha emesso decreto di sequestro dei beni riconducibili a Pisani Sante in via diretta e/o per interposta persona, concernenti abitazioni ad uso civile, terreni, quote societarie, attività economiche, conti correnti, polizze assicurative e dossier titoli, nonché lo studio legale dell’Avvocato Vittorio Pisani.
Il provvedimento che ha interessato le province di Reggio Calabria, Cosenza, Roma, Prato e Ferrara, per un valore complessivo di circa 3,5 milioni di euro, è stato eseguito in data odierna da personale della Direzione Investigativa Antimafia, nonché del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria.
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