Reggio Calabria. L’associazione sulla misura inserita nella ex Finanziaria: per le aziende più piccole, fino a 15 dipendenti, accordi tra datore di lavoro e dipendente per gestire la liquidazione accantonata. Più critico il quadro per le società che hanno da 16 a 50 dipendenti. la Direttrice Provinciale Jennane Rajaa: “Impianto manovra positivo, ma riduzione tasse deve diventare l’ossessione del governo”.
Non ci saranno effetti negativi per le micro imprese dal cosiddetto Tfr in busta paga. La misura inserita dal governo nella legge di stabilità per il 2015 non è di carattere obbligatorio, ma volontario, cioè scatterà solo sulla base della richiesta dei lavoratori. Ne consegue che per le aziende più piccole, quelle fino a 15 dipendenti in particolare, non ci saranno impatti problematici legati alla norma sul trattamento di fine rapporto: ciò perché nelle realtà imprenditoriali minori esiste un rapporto stretto, per non dire familiare, tra i datori di lavoro e i loro dipendenti. Le parti di fatto non sono contrapposte e, al contrario, concordano qualsiasi scelta rilevante per i bilanci aziendali. Per cui in caso di difficoltà sul versante della liquidità, il Tfr non sarà toccato. Questa la valutazione del Centro studi di Unimpresa in relazione alla norma sul trattamento di fine rapporto contenuta nel disegno di legge di stabilità licenziato ieri dal consiglio dei ministri.
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