Reggio Calabria. Il punteruolo rosso continua la sua azione devastatrice in città. Tante infatti risultano le palme che il famelico insetto attacca per cibarsi. “Rhynchophorus ferrugineus (Olivier 1790)” è il nome scientifico che identifica questo instancabile divoratore in grado di trasformare, annullandoli, anche scenari di rara bellezza paesaggistica.
Il diffondersi di questo coleottero sul territorio di Reggio Calabria, appare sempre più massiccia nonostante l’impiego di trattamenti chimici che, fortunatamente almeno sul lungomare “Falcomatà”, sembrano avere bloccato a seguito di interventi mirati la diffusione del coleottero.
Una vera e propria emergenza ambientale che sta assumendo dimensioni considerevoli per l’elevato numero di piante ammorbate e “sventrate” dal punteruolo rosso soprattutto in altre zone. Responsabile di apportare serie danni alle coltivazioni, questo piccolo parassita volante (può raggiungere la lunghezza di oltre 4,5 cm. e percorrere alcuni chilometri in volo) si dimostra un grande consumatore della parte interna dei tronchi delle palme (specialmente nelle “Phoenix”) scavando, ininterrottamente sia di giorno che di notte (soprattutto quando è allo stadio larvale), delle gallerie che danneggiano irrimediabilmente il tronco della pianta ospite.
Un albero compromesso è abbastanza facile da riconoscere. Si presenta con i rami totalmente scoloriti e cadenti senza più il verde vitale. Tutta la parte che forma la chioma fogliare inoltre assume un aspetto divaricato con conseguente perdita delle foglie che si manifesta nei casi in cui ormai la pianta è stata completamente “risucchiata” dal fitofago.
E di queste immagini di “collassi” del fogliame, segnale di una infestazione progressiva avanzata, purtroppo se ne stanno riscontrando in numero crescente. Basta farsi un giro per la città, comprese periferie o zone collinari, per notare questo tipo di manifestazioni davvero inquietanti. Da Catona a Gallico, a Pellaro, alle strade che da Condera portano verso Gambarie, fino ad arrivare nel cuore urbano di Reggio.
Nella zona dell’Eremo nell’area in cui sorgeva una casa di riposo a pochi metri dall’Istituto Ortopedico (ma anche salendo verso la via Eremo botte), ad esempio, tre esemplari di palma appaiono completamente prive di linfa con i sintomi già citati. Ma anche dalla parte opposta della città, vale a dire in quella posta a sud, altre piante si presentano ormai senza fioriture. Come quella presente in un giardino del rione Marconi. E che si sia trattato dell’opera di questi insetti divoratori lo dimostra la presenza di un ritrovamento di un parassita morto notato proprio ai piedi della palma seccata. Altre preoccupanti visioni di palme ormai rinsecchite è possibile vederle anche sul Viale Messina, Viale Aldo Moro e sempre nella stessa zona su Via Sbarre Inferiori traversa De Blasio dove già un’altra, irrimediabilmente infettata, era stata tagliata.
Reggio non più dunque zona considerata “cuscinetto”, cioè posta a chilometri di distanza da un’altra ammorbata, ma bensì luogo in cui si sta verificando una seria manifestazione del problema.
Come già contenuto nelle ordinanze emesse in passato (vedi ultima del gennaio c.a.), si raccomanda chiunque dovesse notare tali sintomi nelle piante ricadenti nei propri territori o proprietà, di dare subito segnalazione agli enti preposti affinché si possa intervenire con metodi curativi atti ad eliminare e dunque contenere il dilagare di questo insetto che, a quanto sembra, si sta rivelando capace di sollevare un’emergenza ambientale di rilevante entità che sta minacciando il patrimonio botanico di molte città.
Guglielmo Rizzica