Reggio Calabria. Nutro assoluta fiducia nel sistema giudiziario e dopo 5 anni di indagini è evidente l’utilità di un processo che chiarisca una situazione che una udienza preliminare in poche battute non poteva a questo punto ragionevolmente né definire né affrontare. La vicenda ha assunto una dimensione surreale anche a causa del clamore mediatico suscitato dall’utilizzo incauto e in alcuni casi strumentale e in mala fede di frasi come “il posto è mio” che mia moglie non ha mai pronunciato ma sono state pubblicate e usate processualmente e politicamente per mesi prima di rivelarsi un clamoroso falso come accertato dallo stesso perito nominato dalla Procura della Repubblica. Per questo utilizzo irresponsabile e ingiustificato nessuno ha mai riconosciuto l’errore né chiesto scusa determinando una impressione errata che ha leso la mia immagine e quella di mia moglie. Non voglio in questa sede fare alcuna recriminazione né aggiungere considerazioni pur legittime che ho maturato in questi anni sulla vicenda.
Ho scelto per stile personale di non commentare tali vicende durante la fase delle indagini preliminari anche quando sapevo di subire un ingiusto trattamento convinto che ci si difende nelle sedi competenti e non mediaticamente.
Non ho nulla da rimproverarmi e vivo con responsabilità questa che per la mia storia personale è una prova cui rispondo nella consapevolezza di avere sempre agito con correttezza, per il Bene Pubblico. Ho firmato bilanci per miliardi di euro, non ho mai approfittato di un euro e non ho mai avuto alcuna contestazione. Sono convinto senza alcuna riserva che presto giustizia sarà fatta e la verità emergerà.
Demetrio Naccari Carlizzi