Reggio Calabria. Nell’Aula magna “Quistelli” dell’Università Mediterranea, si è svolta la conferenza “Stretto patrimonio da (ri)conoscere”. Un incontro che ha visto nomi illustri tra gli accademici enunciare il proprio pensiero sulla bellezza naturale qual è lo Stretto. Un patrimonio paesaggistico che deve ancora di più avvicinare dal punto di vista sociale le due sponde, oggi più di ieri, per ottenere un solo risultato e cioè quello di vedere riconosciuto ufficialmente dall’Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione la Scienza e la Cultura) finalmente questo braccio di mare dell’estremo sud come patrimonio dell’umanità. Organizzata dal Dipartimento di Architettura della città reggina e il Touring Club della città in collaborazione con Italia Nostra e il Fai, la manifestazione ha riservato ai numerosi presenti in sala argomenti di grande interesse scientifico e culturale grazie alla esaustiva esposizione dei relatori intervenuti dopo i saluti di benvenuto del Rettore dell’Università Pasquale Catanoso.
Ad iniziare il viaggio tra le “correnti” culturali è toccato al professore Gianfranco Neri, Direttore del Dipartimento dArTe, che ha entusiasmato il pubblico attraverso immagini di scenari coinvolgenti e brani d’autori del passato che, oggi come ieri, esaltavano già le straordinarie proprietà naturalistiche contenute nello Stretto, invitando, allo stesso tempo, a continuare ad usare: “un linguaggio della dimensione di un mito”. A deliziare la platea poi ci ha pensato il rettore dell’Unical Gino Crisci che con piccole pillole di scienza ha entusiasmato la vasta platea parlando della Calabria definendola: “una regione unica al mondo di una bellezza sconvolgente”. Tonino Perna, reggino trapiantato in terra siciliana e Assessore alla Cultura del Comune di Messina, con il suo partecipato intervento ha richiamato: “all’integrazione nell’Area dello Stretto attraverso l’incentivazione di incontri culturali tra le due sponde e dei trasporti fondamentali come mezzo di comunicazione ma anche come strumento economico e sociale”. Il professore Ottavio Amaro, docente della Mediterranea, ha proseguito invitando: “a ribaltare il pensiero di negatività cercando di mettere da parte gli occhi che non vedono o, peggio ancora, che guardano senza conoscere”. Marcello Mento, giornalista, ha esaltato le caratteristiche dello Stretto rimarcandone la loro unicità al mondo.
A conclusione i sindaci delle due sponde si sono espressi concordemente su quanto sia importante, come dice Falcomatà: “far fronte ai problemi esistenti (vedi comunicazione tra le due terre) collaborando l’uno con l’altro”. Accorinti invita inoltre: “a non vedere più le due città di Reggio e Messina in maniera separata ma bensì come un unica collettività che si impegni a crescere a livello culturale trasformando i problemi in soluzione diventando tutti Cittadini dell’Area dello Stretto”.
Guglielmo Rizzica