Milano. Condanne fino a 20 anni di reclusione sono state emesse nel processo a carico di sei imputati arrestati nel dicembre 2014 nell’ambito dell’inchiesta “Rinnovamento”, sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta a Milano. Il collegio della settima sezione penale del Tribunale di Milano, al termine del processo celebrato con rito ordinario, ha inflitto la condanna più pesante, 20 anni di reclusione, al fratello del presunto capo della cosca, legata al clan Libri-De Stefano-Tegano di Reggio Calabria, che operava alla periferia di Milano, nella zona ricompresa tra piazza Prealpi e Viale Certosa. Un altro fratello è stato condannato a 11 anni e 3 mesi di carcere. Tra i sei imputati c’era anche un ex poliziotto, accusato di corruzione, che era ai domiciliari e che è stato condannato a 2 anni e 8 mesi ed assolto da alcune imputazioni. Nei suoi confronti inoltre i giudici hanno accolto l’istanza della difesa, disponendone la liberazione. Accolte sostanzialmente le richieste dei pm della DDA di Milano, Marcello Tatangelo e Paola Biondolillo, che avevano invocato pene fino a 19 anni e mezzo di carcere. I sei imputati erano gli unici ad avere scelto di essere giudicati col rito ordinario. Lo scorso 27 luglio altre 40 persone coinvolte nella stessa inchiesta e processate con rito abbreviato, che comporta lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna, erano state condannate a pene fino a 20 anni
di carcere.
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