Reggio Calabria. Oltre 64 milioni di euro. E’ questa la stima dei danni dell’alluvione che ha colpito la provincia di Reggio Calabria nella notte di Ognissanti. La relazione dell’amministrazione provinciale reggina, guidata dal presidente Giuseppe Raffa, è il cuore della richiesta di riconoscimento dello stato di emergenza che è stata avanzata dal governatore Mario Oliverio al governo Renzi. Per i tecnici dell’assessorato all’Agricoltura della Provincia, nello specifico, i danni alluvionali alle infrastrutture rurali sono stimabili in 9 milioni, 893 mila e 464 euro; quelli alle strutture aziendali in 50 milioni, 571 mila e 750 euro e, infine, quelli alle produzioni agricole in 3 milioni 655 mila e 850 euro.
E’ lungo l’elenco dei comuni il cui territorio è stato segnato dalle violente piogge che, in pochi giorni, hanno fatto impennare a livelli eccezionali i dati pluviometrici delle centraline provinciali dell’Arpacal e sommerso sotto il fango: strade, aziende e colture, cancellato un pezzo di Statale 106, isolato la Locride e mietuto una vittima nella Piana. La richiesta è stata avanzata per i centri di reggini di: Anoia, Antonimina, Ardore, Bagaladi, Benestare, Bianco, Bova, Bova Marina, Bovalino, Calanna, Careri, Casignana, Caulonia, Ciminà, Cinquefrondi, Cittanova, Condofuri, Cosoleto, Delianuova, Feroleto della Chiesa, Gerace, Gioiosa Jonica, Locri, Mammola, Maropati, Marina di Gioiosa Jonica, Melicuccà, Melito Porto Salvo, Molochio, Montebello Jonico, Motta San Giovanni, Palmi, Platì, Portigliola, Riace, Roccaforte del Greco, Roghudi, Rosarno, Samo, Santa Cristina d’Aspromonte, Sant’Eufemia d’Aspromonte, San Giorgio Morgeto, San Giovanni di Gerace, San Lorenzo, Sant’Ilario dello Jonio, San Pietro di Caridà, San Procopio, Santo Stefano in Aspromonte, Scido, Serrata, Sinopoli e Varapodio.
In alcuni di questi comuni, in particolare Molochio, Cittanova, Varapodio, Anoia, San Pietro di Caridà, Maropati e San Giorgio Morgeto, si sono registrati danni alla viabilità e alle aziende agricole e alle colture di kiwi, agrumi. Fuori da queste stime, infine, rimangono i danni patiti dalla Strada statale 106 e dalla linea ferrata jonica che furono travolte dalla violenza del torrente Ferruzzano.
Giovanni Verduci