Reggio Calabria. “Occorre avviare da subito, stanti i ritardi fin qui registrati, un reale confronto tra gli attuali Organismi di Coordinamento dei diversi territori (Città deli Ulivi, Area dello Stretto, Area Grecanica, Locride e Sindaco di Reggio supportato dalla Commissione consiliare competente), peraltro previsto dalla Legge 56/2014 (Del Rio), per la redazione di una proposta di Statuto che tenga veramente conto delle storiche articolazioni della nuova Città Metropolitana di Reggio Calabria e, nel contempo, predisporre una ipotesi di Piano Strategico ampiamente condiviso, che rappresenti la sintesi degli analoghi strumenti, in parte esistenti e già approvati dalle rispettive Assemblee di Comuni, espressioni delle diverse aree dell’attuale territorio provinciale. Sono state queste, alcune delle più importanti ed urgenti indicazioni che, abbiamo ritenuto di affidare alla riflessione della Commissione Permanente “Città Metropolitana” del Comune di Reggio, per tentare di superare il timore legittimo ed ampiamente diffuso tra gli Amministratori della Provincia di una nuova Istituzione troppo “Reggiocentrica”. E’ quanto afferma Candeloro Imbalzano, storico e convinto sostenitore di una Area Metropolitana dello Stretto prima, e, a partire dal 2007, stanti le note difficoltà di ordine giuridico-costituzionale, della Città Metropolitana di Reggio Calabria, audito, su iniziativa del presidente Filippo Bova e di alcuni consiglieri proponenti, sia per la sua competenza in materia ma anche per essere stato, su sua richiesta, il primo Assessore Comunale al ramo. “Una convinzione che nasce anzitutto dal limite più evidente della Legge 56: quello cioè di individuare in via definitiva quale Sindaco Metropolitano il primo Cittadino di Reggio, sottraendolo, a differenza della Legge 42/2009 istitutiva della Città Metropolitana stessa, al voto diretto, dopo la inevitabile fase transitoria, dei cittadini interessati direttamente. Tutto questo nonostante che il nuovo articolato abbia un impianto che valorizza in modo inequivocabile il ruoli dei Comuni e dei Territori, prevedendo, rispetto a quella precedente, la Conferenza Metropolitana, la possibilità di individuare forme comuni di organizzazione eventualmente differenziate per aree territoriali e la costituzione di “Zone Omogenee”, per determinate funzioni e tenendo conto delle specificità territoriali, con relativi organi di coordinamento collegati a quelli della C.M.”, continua Candeloro Imbalzano.
“Una preoccupazione, la nostra, che viene da lontano e, fuori di ogni dubbio, assai fondata, che scaturisce dalle accorate e motivate opinioni espresse dai Sindaci dei diversi Comprensori a partire dei convegni da noi promossi da Assessore al ramo a Palmi, Rizziconi, Melito e Siderno nel corso dei primi mesi del 2009, confermate negli anni successivi fino alle ultime settimane in numerose occasioni di dibattito sul tema, che hanno fatto emergere ulteriori e crescenti perplessità, purtroppo ancora assai radicate”, aggiunge Candeloro Imbalzano. “Eppure la Città Metropolitana, come anche da parte nostra ci siamo sempre sforzati di far comprendere, rappresenta una straordinaria ed unica chance per l’intero territorio provinciale, da Monasterace e Stilo, Pazzano e Bivongi fino all’Alta Piana, in quanto, con il peso politico-amministrativo in essa insito e le risorse mobilitabili potrebbe costituire uno strumento insostituibile per superare la marginalità storica dei comuni più piccoli e lontani dal capoluogo, nonostante qualche tentazione attuale di primazia istituzionale e la sostanziale indifferenza che la Regione ha fin qui ampiamente dimostrato”, continua ancora Candeloro Imbalzano. “Ed è a proposito della Regione, duole sottolinearlo, questo evidente e distaccato atteggiamento avrebbe dovuto essere compensato da tempestive iniziative legislative, singole o congiunte, dei rappresentanti della provincia a Palazzo Campanella, per l’individuazione delle funzioni da delegare alla Città Metropolitana di Reggio, previste dalla Legge Del Rio e da stabilire entro lo scorso 31 gennaio. Questi ritardi, vogliamo ricordarlo, si aggiungono a quelli già considerevoli fin qui accumulati per mancanza di comunicazione tra Comune e Provincia, ricadono tanto direttamente quanto pesantemente sui tempi di redazione di un serio quanto indispensabile Piano Strategico, ma soprattutto producono l’inevitabile conseguenza del rischio concreto di una “Governance” totalmente staccata dai cittadini e dai territori della provincia di Reggio e la nascita di una Città Metropolitana già strutturalmente depotenziata da alcuni importanti compiti ”, conclude Candeloro Imbalzano.
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