Avete presente il vecchio e tanto agognato contratto a tempo indeterminato? Secondo le statistiche attuali, in Italia, sono veramente in pochi a riuscire ad averlo. Ecco allora spiegata la nascita di nuovi termini e nuove modalità contrattuali nel mondo del lavoro. Forme legali che cercano di andare incontro alle necessità sia dei lavoratori che dei loro datori di lavoro e cercano di contrastare il lavoro in nero. Sulla base di questa premessa, cerchiamo di capire i vantaggi ed i limiti della più nota tipologia attualmente utilizzata, soprattutto da coloro che svolgono delle attività lavorative extra, ovvero della prestazione occasionale.
Come funziona la prestazione occasionale?
La prestazione occasionale è particolarmente indicata, come si diceva in precedenza, per coloro che hanno avviato da poco un’attività privata o libera professione che dir si voglia, ma non vogliono ancora aprire una partita IVA: quest’ultima comporta costi elevati di gestione annuale, che in una fase iniziale di lancio attività, potrebbero gravare in maniera incisiva. Soprattutto nel caso di chi ha già un contratto regolare di assunzione in un determinato ambito e vuole ampliare le proprie entrate finanziarie con qualche lavoro supplementare, pagando già i contributi, non ha necessità di partita IVA. Altre figure che potrebbero giovare della prestazione occasionale sono gli studenti universitari, i pensionati, i disoccupati e tutti quelli che percepiscono un reddito molto basso. Veniamo dunque ai limiti.
Il limite reddituale, prevede un tetto massimo come compenso per la prestazione occasionale svolta, cioè durante l’anno solare, dal 1 gennaio al 31 dicembre, non si possono guadagnare più di 5000 euro netti, che calcolando la ritenuta del 20% sono 6250 euro lordi complessivi. La cifra può essere guadagnata da lavori provenienti da diversi committenti e si può svolgere un’attività continuativa solo per 30 giorni con lo stesso richiedente, d’altronde se si venisse a creare una collaborazione abituale e continuativa con un committente, la collaborazione da occasionale, passerebbe automaticamente ad un progetto professionale differente.
Detto ciò, chiariamo anche il delicato aspetto contributivo; chi rispetta i limiti fissati per legge è esentato dal pagamento contributivo INPS, perché il lavoratore occasionale non può essere considerato né un professionista dipendente ( nessun tipo di vincolo con il committente e zero busta paga mensile) né un professionista autonomo ( non superando i 5000 euro annuali di reddito). Quindi niente assegno di previdenza sociale. Nel caso in cui, ci si trova nella situazione di superare il limite dei 5000 euro, bisognerà versare i contributi solamente per la quota che eccede tale limite. Infine, ricordiamo che è necessario rilasciare sempre una ricevuta per la prestazione occasionale svolta è che nella fattura devono essere indicati necessariamente i dati personali del committente, i dati personali del prestatore, i dati d’identificazione della ricevuta ( data e numero), il compenso lordo, l’importo della ritenuta d’acconto (20% sul totale lordo), il totale netto. Restando in tema di regime fiscale, il reddito percepito dalle prestazioni occasionali deve essere dichiarato, attraverso un suo specifico modello di dichiarazione dei redditi essendo recepito tra i “redditi diversi”.
In conclusione, ricordiamo che è sempre bene restare informati e aggiornati, il mercato del lavoro è in continuo cambiamento e le forme contrattuali pure!