di Fabio Papalia
Reggio Calabria. Faida esplosa per il controllo del territorio. Alla base del conflitto tra due fazioni – un tempo appartenenti alla medesima componente della ‘ndrangheta – vi sarebbe la pretesa di esercitare – in esclusiva – il controllo criminale sul territorio di Calanna.
Le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria, diretta dal primo dirigente Francesco Rattà e dal suo vice Fabio Catalano, che dirige la prima sezione criminalità organizzata, hanno consentito di ricostruire le dinamiche di un omicidio e due tentati omicidi, nonché i ruoli dei mandanti e degli esecutori materiali. Questa la ricostruzione effettuata dagli investigatori.
Giuseppe Greco, avrebbe progettato di uccidere Antonino Princi all’uscita dell’impianto di trattamento dei rifiuti a Sambatello, dove la vittima designata lavorava come operaio. Per attuare il progetto criminoso, il 9 febbraio scorso, previo accurato studio delle abitudini della vittima, accompagnato da uno dei sodali, con una spettacolare azione di fuoco avrebbe attentato alla vita di Princi, esplodendo numerosi colpi di arma da fuoco (fucile e pistola) contro l’autovettura sulla quale viaggiava quest’ultimo, il quale è riuscito miracolosamente a salvarsi, con una serie di manovre repentine che lo hanno portato dapprima a sfondare il cancello carraio dell’impianto di smaltimento della spazzatura e poi a trovare riparo all’interno di esso, in luoghi poco conosciuti agli assalitori.
Il tentato omicidio Princi avrebbe innescato la vendetta. La reazione di Princi non si sarebbe fatta attendere a lungo. La sera del 3 aprile, due fidatissimi sodali di Antonino Princi si sarebbero appostati nei pressi di una piccola abitazione di Calanna dove Giuseppe Greco aveva trovato rifugio e con una fulminea azione di fuoco riuscirono a ferire gravemente Giuseppe Greco, che si era affacciato al balcone. Nel corso della sparatoria, investito dai pallettoni, viene ucciso Domenico Polimeni, che aveva dato ospitalità a Greco e assieme a lui stava sul balcone.
Su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, la Polizia di Stato ha fermato nella notte Giuseppe Greco, di 56 anni, già collaboratore di giustizia, figlio dello storico boss di Calanna don Ciccio Greco, e un suo presunto sodale, Domenico Provenzano. Sono stati fermati anche i fratelli Giuseppe Falcone e Antonio Falcone, di 49 e 45 anni, ritenuti fedelissimi di Antonino Princi.