Reggio Calabria. Mal comune, mezzo gaudio. Questo in sintesi il responso del sindaco Falcomatà alla richiesta d’intervento a tutela dell’incolumità della famiglia del signor Benedetto che lo scorso 29 maggio ha subito il parziale crollo della baracca in cui risiede, all’ex Polveriera di Ciccarello. «Ritenuto che le circostanze sopra indicate risultano comuni ad una pluralità estremamente vasta di nuclei familiari che (…) hanno avanzato istanza di assegnazione di un alloggio E.R.P., e che le medesime circostanze non valgono a far riconoscere come assoluta la situazione di emergenza abitativa del nucleo interessato (…), – si legge nel provvedimento a firma del sindaco – dispone che l’stanza non può essere accolta». Non è servito, nelle due lettere recapitate dall’associazione Un mondo di mondi nelle settimane scorse, appellarsi all’articolo 54 comma 4 del Testo Unico degli Enti Locali (Decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267) che recita: “Il sindaco, quale ufficiale del Governo, adotta, con atto motivato e nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento, provvedimenti contingibili e urgenti al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica”. Per il sindaco Falcomatà dunque, il crollo di una parete e il possibile cedimento del tetto, come relazionato dai vigili del fuoco, non sono indizio di rischio per l’integrità fisica delle persone che sono costrette ad abitare in una baracca fatiscente per mancanza di alternative. Né tantomeno assume rilevanza il fatto che all’interno del nucleo familiare vi sia anche una minorenne, a cui sarà difficile spiegare l’interpretazione del concetto di legalità del Primo cittadino. La risposta del sindaco risulta comunque coerente con l’atteggiamento finora assunto dal Comune nel corso dei due mesi dopo il crollo parziale della baracca. La famiglia infatti è stata abbandonata al suo destino, in assenza di un intervento della polizia municipale e dei servizi sociali. A richiamare l’attenzione verso le condizioni della famiglia, il garante all’infanzia Antonio Marziale il quale raccomanda «che venga garantita l’assoluta priorità alla sicurezza dei minori, in quanto titolari di diritti umani che dovrebbero essere sempre adeguatamente protetti» e invita il sindaco «ad adottare per quanto di propria competenza ogni atto necessario finalizzato ad evitare qualsiasi pericolo per l’incolumità pubblica ed, in particolare, per l’incolumità del nucleo familiare all’interno del quale è presente una minore provvedendo ad accertare la situazione di pericolo paventata e ponendo in essere gli interventi che risultino necessari e sufficienti al raggiungimento dello scopo». Perché salvaguardare vite umane dovrebbe essere sempre prioritario rispetto alla solidarietà a tragedia avvenuta. Superfluo ricordarlo ad un Primo cittadino.
Cristina Delfino
Direttivo “Un Mondo Di Mondi”