di Fabio Papalia
Reggio Calabria. “Purtroppo nel nostro Paese le polemiche sono il sale della nostra vita quindi se non ci fossero dovremmo preoccuparcene”. Lo ha detto il capo della Polizia, Franco Gabrielli (nella foto insieme al sindaco Giuseppe Falcomatà), oggi a Reggio Calabria per le celebrazioni in memoria del Senatore, vice capo della Polizia e Prefetto, Luigi De Sena. Gabrielli ha risposto alle domande dei cronisti sulle polemiche in merito al sisma che ha colpito il Centro Italia, visitando la mostra sulla Polizia allestita al castello Aragonese, con immagini del terremoto che ha colpito Reggio e Messina nel 1908.
“Quello che invece – ha proseguito Gabrielli – in questa mostra mi fa enorme piacere, non fosse altro per avere passato sei anni della mia vita nel mondo del soccorso pubblico e della protezione civile, ci ricorda che la protezione civile nel nostro Paese intanto non è un’amministrazione ma è una funzione che viene esercitata da tutte le amministrazioni dello Stato ma non solo, dagli enti locali, dai cittadini attraverso le associazioni di volontariato. Credo che sia stata una intelligente iniziativa da parte dei colleghi che hanno curato questa mostra, ricordare come la Polizia di Stato al pari di altre amministrazioni è una struttura operativa del servizio nazionale di Protezione civile”.
Gabrielli è giunto in città per ricordare De Sena: “Un grande uomo, un uomo di Stato e delle Istituzioni, che ha fatto del rispetto e della salvaguardia della legalità la sua ragione di vita. Lo ha fatto nei tanti anni passati in polizia, dal lontano 1968 quando entrò nella nostra famiglia, lo ha fatto fino al 2008 nelle varie responsabilità di poliziotto, di alto dirigente di polizia, nell’intelligence, nei ruoli importanti come prefetto di Reggio Calabria, lo ha fatto come Parlamentare e poi anche dopo, perché nella mia qualità di prefetto di Roma ho avuto la possibilità di sentire l’eco dei suoi impegni in problematiche importanti come quelle dei rifiuti. Quindi un uomo che si è speso al servizio del Paese e soprattutto al servizio della legalità. Mi fa enorme piacere che questa città lo ricordi, lo onori, a significare non solo lo spessore del suo altissimo senso dello Stato, ma anche di averlo servito nelle Istituzioni che appartengono alla nostra storia, la Polizia di Stato e il Ministero dell’Interno, è un ulteriore motivo di orgoglio”.
Il fuoco di fila dei cronisti, ovviamente, riguarda il terremoto, e le polemiche sugli interventi mai eseguiti in passato, o eseguiti male. “E’ la liturgia del dopo, che caratterizza nel nostro Paese queste vicende. Il rammarico più grande non è tanto che si ricordino queste circostanze, è che di queste cose ci si ricordi sempre all’esito di questi eventi. Credo che ci sia fondamentalmente un problema culturale nel nostro Paese, i temi di protezione civile, di salvaguardia del territorio, della messa in sicurezza del territorio, sono sempre i temi del dopo, mai i temi del prima”. “Continueremo ad avere polemiche – ha proseguito Gabrielli – continueremo ad avere l’evidenziazione di negatività se nel nostro Paese non nascerà una cultura della prevenzione. Solo che noi viviamo i temi della sicurezza intesa come di sicurezza dei territori, come eventi futuri ed incerti. Spesso quando ricoprivo il ruolo di capo del dipartimento della protezione civile dicevo sempre che la massima espressione dell’autorità di protezione civile sul territorio è il sindaco. Il sindaco ha delle incombenze pazzesche sotto il profilo della protezione civile, tant’è che dicevo sempre che se i sindaci avessero consapevolezza di questo, difficilmente avremmo tante persone che vogliono fare i sindaci, avremmo sicuramente avuto delle crisi vocazionali. Il sindaco che tutti i giorni è chiamato a risolvere i problemi dell’oggi, il cittadino che ha perduto il lavoro, che ha problemi economici, che si lamenta perché ci sono le buche, perché lo scuolabus non passa, è ovvio che perde di vista quello che invece dovrebbe essere la visione prospettiva, quindi la messa in sicurezza del territorio, la predisposizione dei piani di protezione civile”.
“Noi siamo un Paese in cui – ha aggiunto su questo tema il capo della Polizia – al di là dei grandi limiti sotto il profilo della messa in sicurezza strutturale del paese, moltissimi comuni non hanno nemmeno i piani, quelli che ce li hanno li tengono chiusi nei cassetti, quelli che ce l’hanno magari non chiusi nei cassetti lo sanno solo gli addetti ai lavori, e la stragrande maggioranza delle persone che dovrebbero essere i primi e ultimi soggetti interessati a conoscerlo, non lo conoscono. E’ molto semplice anche per certi aspetti in alcune circostanze un po’ stucchevole che si vada sempre dopo alla ricerca delle responsabilità, come è giusto che sia perché ci sono delle responsabilità penali che devono essere fatte valere, ma credo che ci sia una responsabilità civica che troppo spesso trovando un po’ tutti responsabili, tutti tendono in qualche modo ad allontanare da sé”.
Gabrielli quindi ha affrontato il tema della messa in sicurezza delle abitazioni: “Quante persone hanno la consapevolezza del territorio in cui vivono dal punto di vista non solo sismico, del rischio idrogeologico, del rischio ambientale, e quante persone si attivano al di là di quelle che poi sono effettivamente o meno le disponibilità economiche, io credo – ha concluso su questo punto – che sia essenzialmente un problema culturale”.
Il nome di Gabrielli circola come possibile commissario alla ricostruzione: “No, non so chi sarà il commissario per la ricostruzione, sicuramente sarà una scelta importante che il governo farà con la giusta oculatezza. Mi piacerebbe – ha aggiunto Gabrielli – che anche queste cose non passassero attraverso le polemiche degli schieramenti, ma fosse una scelta condivisa, non solo nella scelta, ma anche nell’accettazione di chiunque sarà chiamato a portare la responsabilità di un incarico così importante. Invece poi purtroppo tutto diventa occasione di scontro, credo che dovrebbero esserci dei temi, come quello della sicurezza, della safety, della protezione civile, che al di là delle legittime assolute diverse posizioni, dovrebbero invece – ha concluso il capo della Polizia – vedere il Paese unito nel perseguire gli obiettivi che poi alla fin fine sono gli quelli della protezione dei propri cittadini”.
photo Domenico Notaro