Reggio Calabria. E’ giunta questa mattina alle 7.00 nel porto di Reggio Calabria la nave “Vos Prudence” di Medici Senza Frontiere con 1045 migranti, 866 uomini, 158 donne e 20 bambini al di sotto dei 14 anni. Il direttore generale di Msf Italia Gabriele Eminente, presente a bordo della nave, racconta che «ci sono 28 donne incinta. Un rapporto molto alto, infatti sono quasi 2 su 10, e una di queste ha scoperto di essere incinta a bordo della nostra nave. Alcune di queste donne sono vittime di violenza, da quanto ci dicono, ed è molto verosimile poiché spesso viaggiano sole ed i tempi della gravidanza corrispondono ai tempi in cui si trovavano in Libia, ma questa non è una novità. Il livello di salute è buono, i problemi sanitari sono perlopiù legati al viaggio che hanno fatto ed alla detenzione in Libia, molti sono stati detenuti per mesi prima di essere imbarcati sul gommone, altri hanno lavorato senza essere pagati e quindi in condizioni di semischiavitù presso le famiglie libiche. Ci sono anche delle situazioni che sono compatibili con le torture, sia fisiche che psicologiche».
«La maggioranza – prosegue Gabriele Eminente – sono provenienti dall’Africa subsahariana, Costa d’Avorio, Nigeria ma anche Marocco, Siria, Guinea Conakry, Senegal. Ci sono anche dei libici, questo testimonia che la situazione di violenza in Libia è generale e riguarda anche i libici stessi».
«Le operazioni di soccorso – ha aggiunto – sono state effettuate al largo di Sabratha, nella zona SAR 1, a 25-30 miglia dalla costa. E’ avvenuto tutto in maniera rapidissima poiché già durante il percorso è stato segnalato un insieme di barche. Non c’erano molti attori in mare poiché c’erano stati dei soccorsi nei giorni precedenti e le navi stavano rientrando con i migranti salvati. Per questo motivo c’eravamo solo noi. Il salvataggio si è snodato nell’arco di tutta la giornata, dalle 05:00 di mattina alle 23:00. In totale sono stati otto i salvataggi: sette tra le 5 e le 15 e l’ultimo, il più drammatico, alle 23:00».
«Tutte le imbarcazioni – ha proseguito – sono partite insieme ma l’ultima è rimasta in mare per circa 24 ore, il gommone era pieno d’acqua e c’erano molte donne. Le donne normalmente vengono messe al centro del gommone e quindi erano totalmente intrise di acqua e carburante che si raccolgono proprio in quella zona dell’imbarcazione. Appena le abbiamo portate a bordo è stato necessario togliere tutti i vestiti poiché impregnati di carburante e a causa di questo hanno riportato segni di ustione. Una di loro lo aveva anche ingerito poiché era rimasta con la faccia sul fondo del gommone, avendo perso i sensi, e per questo motivo l’abbiamo evacuata. Nel tratto di mare tra Lampedusa e Malta abbiamo incontrato un battello veloce della Guardia Costiera che l’ha presa in carico e l’ha praticamente salvata. Si trovava in una situazione di edema polmonare molto grave, i nostri medici l’hanno ventilata per tutta la notte fino alla presa in carico della Guardia Costiera».
Gianluca Chininea