Qual è il dirigente italiano con la migliore reputazione, secondo le analisi di Reputation Manager? Scopriamolo insieme!
Reputation manager è la classifica che valuta la reputazione che i manager italiani di successo hanno sul web. Come si misura questa reputazione?
L’istituto italiano che si occupa di questa analisi prende in considerazione quattro macro-aree: l’immagine percepita (ricavata da indicatori come i suggest e le ricerche correlate), la presenza enciclopedica (wiki), la presenza sui canali del Web 1.0 (news e menzioni) e su quelli del Web 2.0 (blog e social network).
Insomma, volendo sintetizzare il concetto, affinché qualcuno (e, di conseguenza, il suo marchio) si trovi sul podio è importante che se ne parli molto, e bene.
Come mai Marchionne ha perso la vetta? Scopriamolo, insieme a quelli che sono i primi dieci della classifica.
10) Marco Tronchetti Provera
Al decimo posto della classifica troviamo Marco Tronchetti Provera, Amministratore Delegato di Pirelli, nonché Vice Presidente di Mediobanca. In realtà, presto Provera potrebbe trovarsi a occupare una posizione ben più vicina al podio, per via della sentenza di assoluzione nell’ambito del caso Kroll.
Inoltre, a settembre sarà possibile acquistare le nuove gomme per bici da corsa PZero Velo, con nomi e caratteristiche che ricordano proprio gli pneumatici di Formula 1.
9) Arnaud de Puyfontaine (Tim)
Arnaud de Puyfontaine, CEO del gruppo francese Vivendi (società francese attiva nel campo dei media e delle comunicazioni, azionista di Tim con la più alta partecipazione) dal 2 giugno 2017 è il nuovo Presidente di Telecom Italia.
Stando alle sue dichiarazioni, le future iniziative serviranno a rafforzare Tim nell’interesse degli azionisti. Per questo scopo Puyfontaine si dice disposto a collaborare con tutti, ma nega un’aggregazione tra Tim e Mediaset.
In ogni caso, ad agosto vedremo i frutti della joint venture con Canal + (canale tv francese sotto il controllo di Vivendi), ma il progetto dovrà essere prima approvato dal comitato controllo e rischi e poi inviato al CdA.
8) Philippe Donnet (Generali)
Philippe Donnet dal 17 marzo 2016 è il CEO del Gruppo Generali.
Sale all’interno di questa classifica probabilmente grazie ai provvedimenti per evitare la scalata da parte di Intesa e l’annuncio del nuovo piano del 2018.
La fase di recupero e rafforzamento è ormai a metà strada, e Donnet rassicura dichiarando che una volta terminata “potremo progettare un piano ambizioso di crescita e di sviluppo che si basa su fondamenta solide”.
7) John Elkann (FCA)
Pare che alla fine di luglio Elkann abbia acquistato 365mila azioni del gruppo editoriale Gedi.
Gedi nasce dall’integrazione tra l’Espresso e Itedi, quindi in collaborazione con la famiglia De Benedetti, e il Presidente di FCA l’ha definito “il leader italiano nel settore dell’informazione, nonché uno dei più grandi in Europa”.
6) Diego della Valle (Tod’s)
Il presidente, direttore amministratore delegato e azionista di maggioranza di Hogan e Tod’s, nonché patron della Fiorentina e di Nuovo Trasporto Viaggiatori, è stato recentemente contestato al Franchi contro la proprietà Della Valle e, più in generale, la dirigenza viola. Inoltre, i tifosi lo accusano per alcune cessioni, come quella di Federico Bernardeschi, passato alla Juventus.
5) Flavio Cattaneo (TIM)
Flavio Cattaneo perde posizione a causa dei pochi contenuti dedicati a lui.
Cattaneo ha recentemente lasciato il suo incarico di amministratore delegato di TIM, a causa di alcune divergenze. A consolarlo ci penseranno i 25 milioni di euro di buonuscita.
4) Claudio Descalzi (Eni)
Descalzi si colloca in 4° posizione con contenuti digitali di diverso tipo.
Uno di questi è l’accordo siglato con GSE, il Memorandum of Understanding, il cui scopo è valorizzare il territorio italiano con il rilancio dell’economia e dell’occupazione, ma senza tralasciare la sostenibilità ambientale.
L’accordo “riguarda principalmente la produzione di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili”.
E non è tutto, perché tra i vari contenuti troviamo quello che riguarda l’avvio della produzione in Ghana; il progetto in Mozambico che prevede la trasformazione di questa nazione in un fornitore di energia verso l’Asia.
3) Francesco Starace (Enel)
L’AD di Enel guadagna posizioni grazie a diversi articoli positivi, ad esempio il nuovo piano strategico della società, che annuncia un investimento di 21 miliardi in tre anni.
Non lascia di certo indifferenti neanche la quotazione di Enel Américas presso la Borsa di New York, avvenuta a dicembre. Enel Américas è stata istituita per la ristrutturazione delle operazioni di Enel in America Latina, un modo per riordinare e semplificare la struttura del Gruppo. Proprio per questo scopo tutte le società di Enel nel mondo attraverseranno una fase di ridenominazione e rebranding, in modo da poter creare un’unica identità di Gruppo.
2) Sergio Marchionne (FCA)
Come già annunciato in apertura, Marchionne è al secondo posto della classifica per via di articoli negativi riguardanti il “dieselgate”, nonostante i tentativi dell’AD di FCA di salvare la sua reputazione e quella del colosso.
Tuttavia, la buona chiusura del bilancio del 2016 e l’annuncio di lasciare questo ruolo in FCA nel 2018 (ma resterà Presidente di Ferrari fino al 2021) fanno sì che la media finale sia tutto sommato positiva.
Inoltre, Marchionne ha parlato della possibilità della fusione con un’altra casa automobilistica per ottenere il più grande gruppo mondiale.
1) Urbano Cairo (Cairo Communication – La7 – RCS)
Cairo conquista la prima posizione soprattutto grazie al ritorno in utile del Gruppo Rcs, guadagnandosi così anche la fiducia di Diego della Valle, che ha investito nella casa editrice.