Reggio Calabria. Un’indagine nata all’inizio dell’estate, da un modesto ed occasionale sequestro di materiale tipografico contraffatto operato da una pattuglia di “Baschi verdi” della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, ha permesso di scoperchiare un impressionante e lucroso traffico di materiale cartaceo e gadget tutelato da copyright e trademark tra la Sicilia e la Calabria. L’iniziale sequestro, infatti, ha portato all’avvio di un’intensa attività di monitoraggio delle attività commerciali, quali cartolerie, tipografie e laboratori fotografici, con numerosi ed ingenti sequestri ma, soprattutto, ha permesso di ricostruire la cosiddetta “filiera” di provenienza e di identificare le aziende produttrici che così operando hanno causato ingenti danni economici ai legali detentori dei singoli marchi tutelati.
Le indagini della Guardia di Finanza che hanno portato al maxi sequestro
La Compagnia Pronto Impiego di Reggio Calabria, sia d’iniziativa che su delega dell’autorità giudiziaria, ha così posto in essere una serie impressionante di interventi al fine di colpire questo lucroso traffico, interventi che hanno interessato inizialmente le province calabresi di Reggio, Cosenza e Catanzaro portando al sequestro di migliaia di prodotti contraffatti come album fotografici, gadget e prodotti da cartoleria, tutti riproducenti marchi o personaggi animati tutelati da copyright e trademark dal valore milionario quali la Disney per citare solo il più noto.
I militari della Guardia di Finanza, però, non si sono limitati solo al sequestro di tali prodotti ma hanno esteso la ricerca a documenti, fatture e a tutto ciò che permettesse di condurli ai reali produttori del materiale illegale. Questo lavoro certosino è stato premiato con la scoperta delle ditte produttrici, solitamente serigrafie e tipografie ad alto livello tecnologico situate nella Sicilia orientale, e con il conseguente intervento dei “Baschi verdi” reggini nelle province di Catania, Messina e Caltanissetta.
I numeri che riassumono questi mesi di indagini sono impressionanti, infatti sono ben quattordici le persone deferite all’autorità giudiziaria con varie accuse, tra cui spiccano per gravità il reato di ricettazione e di vendita di prodotti industriali e opere dell’ingegno con segni mendaci e falsi, mentre i “Baschi verdi” hanno posto sotto sequestro un totale di quasi duecentocinquantamila prodotti contraffatti, posti in commercio senza rispettare le più elementari norme del diritto d’autore, nonché computer, plotter e apparecchiature elettroniche utilizzate per la loro produzione su scala industriale.