Reggio Calabria. I due imputati, 38 anni e 43 anni, entrambi di Messina, sono stati assolti per non aver commesso il fatto, dall’accusa di essere stati, rispettivamente, mandante ed esecutore materiale dell’omicidio di Francesco Castano. I due imputati erano stati coinvolti dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, i quali avevano inquadrato l’omicidio nell’ambito delle sanguinose ritorsioni contro i pentiti decise dai vertici della mafia peloritana. La vittima infatti era cognato di un collaboratore di giustizia.
In primo grado, i due erano stati condannati entrambi alla pena di 25 anni di reclusione. Sentenza che era stata confermata in appello. La Corte di Cassazione, però, aveva annullato questo verdetto e rinviato alla Corte di Assise di Appello di Reggio Calabria per il nuovo giudizio.
I giudici della prima sezione (Pasquale Ippolito presidente, Rosalia Gaeta consigliere) hanno accolto la tesi difensiva sostenuta dagli avvocati Nico D’Ascola del Foro di Reggio Calabria, Giuseppe Carrabba e Francesco Traclò del Foro di Messina e Giovanni Aricò del Foro di Roma. Il sostituto procuratore generale, Fulvio Rizzo aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado.