di Francesco Tiziano
Reggio Calabria. La Reggina si salverà, certo che si salverà. Popolo amaranto, angustiatevi con ottimismo: anche quest’anno centreremo l’obiettivo della vita. L’agognata salvezza in serie A. Lo affermo non solo aggrappandomi alla smisurata passione per la maglia amaranto, ma facendo leva su alcune convinzione tecniche. Procediamo con ordine, nonostante le abbuffate culinarie natalizie. Ed allora, partiamo dalla classifica. Siamo in corsa, innanzitutto. Siamo vivi e, concediamocelo, anche vegeti dopo il pareggio vigoroso in terra cagliaritana che ha fatto calare il sipario su un 2008 colorato da molte più luci rispetto alle immancabili ombre. La classifica parla chiaro: le ultime cinque della classe – ovvero Chievo, Reggina, Torino, Lecce e Bologna – sgomitano oggi, e appaiono condannate a farlo, fino all’ultimo turno di campionato. Già solo in questo lotto non siamo il brutto anatroccolo. Ed in più, qualche altra squadra, che adesso marcia con piglio garibaldino verso i lidi della tranquillità – allusione diretta a Siena, Cagliari e Catania (molto difficile quest’ultima) – potrebbe anche scivolare negli inferi della zona a rischio. Classifica alla mano, siamo vivi ed in corsa. Bisogna lottare come non abbiamo saputo fare con continuità in queste prime diciassette fatiche, e soprattutto non possiamo sbagliare nel mercato di riparazione.
Cosa fare alla riapertura della compravendita del football tricolore? Poco, ma bene. Quindi, due calciatori, ci acconteremmo di due nuovi innesti, ma di qualità. Calciatori dai piedi buoni, dalla indiscussa esperienza, dalla certa professionalità. Possibilmente italiani, perché a questa Reggina traballante servono puntelli abili ed arruolabili da subito. Pronti ad immolarsi alla causa amaranto appena messo nero su bianco lo sposalizio con il club dello Stretto. Non possiamo permetterci il lusso di periodi di ambientamento, di maturità, di crescita agonistica. Subito in campo e subito da maglia amaranto. Cosa serve? Due difensori, ovvio; in alternativa un pilastro del reparto arretrato, leader per profilo tecnico e spessore umano, ed un centrocampista che usi i piedi azionando la testa. Facciamo due esempi per essere chiari fino in fondo. Un Lucarelli ed un Mozart. E non ci pare chiedere la luna. La società è al lavoro, e non da oggi. Lo è da tempo, già dall’era Orlandi. Abbiamo fiducia in patron Lillo Foti: come potremmo diversamente se con la memoria scorriamo le tante, infinite, imprese calcistico-societarie che ci ha regalato. Anche in questo campionato, tribolato come destino ci riserva, raddrizzerà la barca che minaccia avaria. Per festeggiare tutti insieme, a fine maggio, la vittoria del campionato e la conquista della “stellina”.