Parco d’Aspromonte, operazioni del Corpo forestale dello Stato contro il bracconaggio

Corpo Forestale dello Stato

Corpo Forestale dello Stato

Reggio Calabria. Negli ultimi giorni dell’anno 2008 il Reparto del Corpo Forestale dello Stato di San Luca ha effettuato due importanti operazioni antibracconaggio nei territori dei Comuni di Careri e Samo ricadenti all’interno del Parco Nazionale dell’Aspromonte. Le operazioni sono state disposte dal Coordinamento Territoriale per l’Ambiente di Gambarie ed hanno permesso di denunciare all’Autorità Giudiziaria dieci persone e di sequestrare nove fucili e numeroso munizionamento.
La prima operazione è scattata quando nella località “Scaro” di Careri sono stati uditi dal personale del Corpo forestale numerosi colpi d’arma da fuoco. Gli agenti forestali si sono spostati con il proprio mezzo di servizio nella zona degli spari incrociando un’autovettura fuoristrada che alla loro vista ha invertito la marcia per sfuggire al controllo. La pattuglia ha iniziato un movimentato inseguimento durante il quale è stato notato che qualcuno degli occupanti il fuoristrada ha gettato un sacchetto fuori dal finestrino e che subito dopo qualcuno, aperta la portiera, si è dileguato nella fitta vegetazione. A quel punto il mezzo inseguito si è fermato: a bordo del fuoristrada è stata identificata una persona, nell’abitacolo sono state rinvenute numerose munizioni. Nel frattempo, recuperato il sacchetto di plastica, si è scoperto che all’interno vi era un esemplare di ghiandaia abbattuta non molto tempo prima. Il fuggiasco, dopo alcune ore, si è presentato spontaneamente consegnando agli agenti il fucile da caccia.

La seconda operazione ha avuto come teatro la località “Arca” del comune di Samo dove la pattuglia del Corpo forestale ha sorpreso un folto gruppo di cacciatori nei pressi di un esemplare di cinghiale appena abbattuto. Il personale impegnato nel controllo di otto bracconieri con al seguito i propri fucili non ha potuto impedire che un altro cacciatore fuggisse anch’egli armato, inoltrandosi nel bosco di quercia limitrofo. Le persone sono state identificate e a loro è stato contestato il reato di caccia ed introduzione di armi in area protetta. Anche in questo caso i fucili sono stati sequestrati insieme alle munizioni e il cinghiale, giudicato idoneo al consumo dai medici veterinari giusti sul luogo, è stato destinato in beneficienza.

La recrudescenza del fenomeno del bracconaggio risulta incomprensibile alla luce della recente riperimetrazione del Parco Nazionale dell’Aspromonte, che ha ampliato la zona dove è consentito l’esercizio venatorio.

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