La befana, senza disturbare le coscienze, “…ha portato via tutte le feste”. Speriamo ci abbia lasciato un cuore più tenero. Mentre si preparava il menù di Natale, e il rito del capodanno imperversava fra i regali, tentavamo di recuperare i buoni sentimenti. Sentivamo imbarazzo nel richiamare alla mente i racconti dei giornali e gli straccioni visti in televisione che masticavano erbe per riempire lo stomaco mentre noi, immersi nell’atmosfera, sceglievamo vini e vacanze. In Tv, i comici e le ballerine predicavano come i missionari, tant’era che il teleschermo sembrava un carrello di bolliti: fumava di bontà. Nel contempo, sentivamo voci sommerse di morte, di aumento della criminalità, di guerra, ma il coro dei dolenti si perdeva nel frastuono giocoso dei bambini e nelle parole serene con gli amici che ci trascinavano all’ottimismo in una realtà sempre più frammentata e difficile da codificare.
Ora aspettiamo le tenerezze che Pasqua ridistribuirà. E intanto, città assediate bruciano sotto le bombe e colonne di profughi scappano. E’ impossibile trovare il tempo per capire cosa succede dietro i sorrisi dei politici e le ansie della domenica sportiva. Qualcuno continua a ricordare le disgrazie degli altri, spesso senza orecchio. Frattanto, dal cielo piovono bombe che lasciano i segni nelle case, nelle strade, nelle baracche, sugli alberi, nella schiena dei bambini: una ripresa televisiva li mostrava in cammino verso un incerto destino. La loro pelle sembrava un lago di carne bruciata. Chissà se basterà chiedere scusa. E della ragazzina dai grandi occhi e dal faccino pallido che si prostituiva per dare da mangiare ai fratellini, che ne sarà stato?
…Ma si va avanti.
E’ faticoso essere candidi come colombe e, allo stesso tempo, astuti come i serpenti. Vale a dire: vivere con la disponibilità, la spontaneità che ci fa sorridere agli sconosciuti e, allo stesso tempo, allenarci a stare in guardia. E’ l’eterna lotta tra il bene e il male, dentro e fuori di noi. Il Natale ci aveva, per un attimo, illuso di averla scampata.
Adesso, al ritorno dal lavoro, stanchi, stenderemo i nervi nella poltrona della Tv, pronti a schiacciare il telecomando e cambiare canale quando una faccia piena di mosche disturberà il nostro torpore. Il rischio sarà di far marcire la nostra coscienza per niente!
Finiti nell’immondizia i buoni propositi di Natale, aspetteremo Pasqua, quando il cuore si riaprirà per le feste comandate, per tornare buoni.
Cosimo Sframeli