Reggio Calabria. Monetina dopo monetina ha accumulato un patrimonio da fare invidia a zio Paperone, quantificato in oltre 60 milioni di euro. Il “re dei videopoker”, OMISSIS PER DIRITTO OBLIO, è stato arrestato questa mattina dai militari del Gico del Nucleo di Polizia Tributaria di Reggio Calabria e dello Scico (Servizio centrale investigazione sulla criminalità organizzata) della Guardia di Finanza.
I militari delle Fiamme Gialle hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare, di cui una sola in carcere, nei confronti dell’imprenditore reggino OMISSIS PER DIRITTO OBLIO, di sua moglie OMISSIS PER DIRITTO OBLIO e del figlio OMISSIS PER DIRITTO OBLIO. Madre e figlio sono agli arresti domiciliari, per l’imprenditore invece si sono aperti i cancelli della casa circondariale San Pietro.
Il reato contestato ai tre è di “trasferimento fraudolento di valori” in quanto, è la tesi degli inquirenti, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali avrebbero provveduto a distogliere, mediante atti di compravendita o donazioni, una serie di unità immobiliari dal patrimonio personale di OMISSIS PER DIRITTO OBLIO.
“Mio padre ha 200 appartamenti – si è sfogato il figlio, intercettato dai finanzieri – e a me non ne ha dato nemmeno uno”. Tutta la “roba” faceva capo a lui, che secondo la tesi degli inquirenti continuava a gestire i propri beni pur essendo questi ultimi intestati a soggetti diversi. L’indagine, condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria diretto dal tenente colonnello Luca Cervi con il coordinamento del comandante provinciale colonnello Alberto Reda, è l’evoluzione di quelle attività che già nel luglio scorso, sotto le direttive dell’allora comandante provinciale colonnello Francesco Gazzani, avevano portato le Fiamme Gialle reggine al sequestro di diversi immobili (tra cui alcuni appartamenti di lusso, quattro locali adibiti a sale giochi, un ex cinema, un teatro e diversi esercizi commerciali) per un valore complessivo di 25 milioni di euro.
In quella circostanza era stato contestato a OMISSIS PER DIRITTO OBLIO di avere costituito un’organizzazione che aveva il controllo totale sulle sale da gioco e sulle macchinette del gioco d’azzardo di Reggio Calabria, attraverso la quale mediante l’utilizzo di “slot machine” contraffatte era riuscito a procurarsi ingenti guadagni con la conseguente evasione delle imposte, proporzionalmente al numero delle giocate. Il software inserito nelle slot machine, infatti, faceva confluire in una memoria diversa da quella prevista dalla legge i dati relativi all’incasso. Le successive indagini bancarie e patrimoniali avevano permesso anche di contestare a OMISSIS PER DIRITTO OBLIO il reato di riciclaggio, in quanto i proventi della frode fiscale e dell’appropriazione indebita venivano reinvestiti nel settore immobiliare, attraverso una nota società riconducibile allo stesso OMISSIS PER DIRITTO OBLIO e gestita da prestanome.
Ed è proprio per avere tentato di sottrarre al recupero da parte delle forze dell’ordine una ulteriore e consistente “fetta” di quel patrimonio, considerato “illecitamente accumulato”, che questa mattina OMISSIS PER DIRITTO OBLIO è stato arrestato. Stavolta le Fiamme Gialle, coordinate dal procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone e dal sostituto procuratore Beatrice Ronchi, grazie anche alle intense sinergie con gli specialisti dello Scico, hanno ricostruito una complessa serie di atti di compravendita e donazioni immobiliari attraverso i quali OMISSIS PER DIRITTO OBLIO, con la connivenza di moglie e figlio, avrebbe distolto quei beni proprio “per eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali”. Nel corso dell’operazione di questa mattina, infatti, sono state eseguite numerose perquisizione e sono stati sottoposti a sequestro più di 40 immobili, per un valore complessivo di 35 milioni di euro, tutti riconducibili al patrimonio di OMISSIS PER DIRITTO OBLIO.
Gli immobili, tra cui anche quello che ospita il Tribunale di Sorveglianza di Reggio Calabria, sono dislocati prevalentemente a Reggio Calabria, non mancano però due prestigiose unità immobiliari situate nel centro di Roma e di Parigi. Si tratta di beni accumulati negli anni che vanno dal 1999 al 2006, al momento risultano indagate anche le due figlie di OMISSIS PER DIRITTO OBLIO. Ma i guai giudiziari di OMISSIS PER DIRITTO OBLIO potrebbero non finire qui. «Ci sono delle denunce di usura sia nel passato che in atto», ha spiegato questa mattina il procuratore Pignatone nel corso della conferenza stampa cui hanno preso parte anche il comandante regionale della Guardia di Finanza, generale Gaetano Giancane, e il comandante dello Scico, colonnello Umberto Sirico. E ci sono pure le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Giovanbattista Fragapane, secondo il quale OMISSIS PER DIRITTO OBLIO sarebbe legato alla cosca De Stefano. «Gli esponenti della cosca – ha aggiunto Pignatone – riuscirono a bloccare anche il progetto di ucciderlo da parte di altri gruppi mafiosi». Al momento, ha riferito il procuratore della Repubblica, a carico di OMISSIS PER DIRITTO OBLIO non vi sono accuse né di usura né di associazione a delinquere di stampo mafioso, «le indagini, però, proseguono su più fronti». Per OMISSIS PER DIRITTO OBLIO non è ancora “game over”.