di FABIO PAPALIA
Reggio Calabria. Un anonimo furgone Fiat Ducato di colore grigio metallizzato e coi vetri oscurati viene parcheggiato sul marciapiede della Prefettura. Dentro il Palazzo, per trascorrervi la notte, è entrato da poco il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di ritorno a piedi dal Teatro Francesco Cilea. A guardarlo da lontano, ma anche da pochi passi, quel Ducato 14 sembra un normalissimo furgone, dalla carrozzeria immacolata, probabilmente utilizzato per trasportare gli effetti personali del Capo dello Stato. Dietro quei vetri fumè, invece, si cela una modernissima ambulanza del Quirinale, che segue il Presidente in ogni suo spostamento.
Del resto Napolitano deve avere saputo che, di questi tempi, la Calabria brilla più per le ombre della malasanità, che per le luci delle eccellenze, che pure ci sono. Come deve aver saputo anche che nel territorio della città di Reggio Calabria, la più popolosa della Regione, il Servizio d’urgenza ed emergenza medica 118 può disporre di poche ambulanze, due sole delle quali medicalizzate.
L’ambulanza del Quirinale, ovviamente medicalizzata, si tiene così sempre pronta a intervenire. Al suo interno l’attrezzatura è delle migliori, ma anche il motore nasconde qualche sorpresa. L’aspetto sarà pure di un comune furgoncino, ma la meccanica è “preparata” come un bolide, per consentire un rapidissimo trasferimento in caso di necessità. Certo, i superstiziosi hanno poco da invidiare al trattamento riservato, o meglio “imposto” dal Cerimoniale e dalla Sicurezza a coloro che si avvicendano sulla soglia del Quirinale. Chi avrebbe accettato di buon grado, sicuramente, è l’ex senatore Gustavo Selva, “beccato” il 9 giugno del 2007 a fingere un malore per farsi trasportare da un’ambulanza presso gli studi televisivi di La7 per evitare di arrivare tardi a causa del traffico. Lui smentì, ma si dimise dal gruppo di An in seguito alle feroci polemiche. In fondo, a differenza di quanti hanno abusato dei voli di Stato, Gustavo Selva aveva preso una “normale” ambulanza del 118, come quelle che i reggini vorrebbero ricevere più numerose dalla Regione Calabria.