Reggio Calabria. Stabilizzazione dei precari della Sanità, il provvedimento appena approvato dal Consiglio regionale è destinato ad essere bocciato dalla Corte Costituzionale. A dirsi convinti di ciò sono il consigliere regionale Giovanni Nucera, coordinatore calabrese dei Popolari liberali, ed il segretario regionale e provinciale della Fials (Federazione italiana autonoma lavoratori sanità) Bruno Ferraro, che ieri mattina hanno incontrato i giornalisti nel gazebo di Piazza Camagna.
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Una legge, secondo l’interpretazione di Nucera e Ferrara, destinata a fallire miseramente, e con essa la legittima aspirazione dei tanti precari della Sanità all’agognata stabilizzazione. «Hanno già venduto la pelle della volpe prima di averla ammazzata» esordisce ironico Giovanni Nucera, che spara a zero contro coloro che, tra assessori e consiglieri di maggioranza, hanno elogiato il provvedimento. L’esponente dei Liberali Popolari non risparmi critiche nemmeno a quanti, tra le fila dello stesso Pdl, hanno votato con il centrosinistra: «Hanno sbagliato, gli unici a opporsi siamo stati Borrello, col voto contrario, ed io, con l’astensione». Sia ben chiaro, non un’opposizione al concetto di stabilizzazione, che invece Nucera afferma di voler perseguire, ma un no ad una legge regionale “frettolosa e che scontenterà i più”. Del resto, se la lettura delle norme di Nucera e Ferrara si rivelerà esatta, saranno in pochi a potersi definire beneficiari del provvedimento. Un passo falso del centrosinistra, si direbbe, in cui Nucera intravede un preciso disegno politico: «Dietro questa legge vi è una manovra di qualche furbetto che ha pensato di dare un segnale di facciata, ben sapendo che la Corte Costituzionale boccerà la legge in quanto incostituzionale, e magari poter poi utilizzare l’argomento contro il governo Berlusconi». E se è vero che tre indizi fanno una prova, Nucera corrobora così la sua tesi: «Loiero ha sempre opposto un fermo diniego a qualsiasi ipotesi di sanatoria o stabilizzazione, non a caso il governatore non è venuto in aula, e non a caso ha affidato l’annuncio al suo portavoce».
Ma quali sono le lacune individuate da Fials e Nucera? Tocca a Bruno Ferrara entrare nel dettaglio della legge regionale. Le critiche si appuntano innanzitutto sull’articolo 6, dove l’assunzione a tempo indeterminato è prevista “previo superamento di apposita selezione riservata”. «Il Consiglio di Stato – afferma Ferraro – ha già chiarito che si entra nel pubblico impiego solo previo superamento di un concorso». Un’assunzione, tra l’altro, che è sancita dallo stesso articolo della legge regionale solo per il personale già impegnato “a tempo determinato”, previsione che, assicura Ferraro, taglierebbe fuori i medici del pronto soccorso, che invece hanno un contratto Co.Co.Pro., ossia a progetto.
E se, stando a questa prospettazione, i camici bianchi del pronto soccorso resterebbero fuori dalla stabilizzazione, migliore sorte non toccherebbe nemmeno ai colleghi della guardia medica. All’articolo 10 vengono posti dei paletti, tre dei quali ulteriori rispetto alla meno rigida normativa nazionale, che secondo il segretario del Fials renderanno praticamente impossibile qualsiasi tipo di stabilizzazione. Se per lo Stato, spiega Ferraro, la guardia medica può essere inquadrata solo se c’è il posto libero in organico, la Regione Calabria subordina l’assunzione anche “alla disponibilità finanziaria”. «Con un deficit di centinaia di milioni di euro – commenta Ferraro – quale dirigente generale si assumerà la responsabilità di stabilizzare i medici di guardia medica?”.
La proposta di Nucera e Ferraro è di riformulare i piani di assunzione, prevedendo una riserva che vada dal 70 all’80% dei posti per i precari, finanziando l’operazione in parte con risorse regionali (nell’ordine di 2-3 milioni di euro), e in parte con un piano di prepensionamento utilizzando, previo accordo sindacale, i fondi di risultato e di produttività per dirigenza medica e comparto. «Solo così – concludono i due – ci sarà una stabilizzazione equa».