Reggio Calabria. «Il mare come punto di distanza e di congiunzione, ecco perché Reggio e Messina sono “la città dello Stretto”». È stato questo il commento di Ignazio La Russa, ministro della Difesa, nel corso della conferenza stampa tenuta questo pomeriggio nel salone dei Lampadari di Palazzo San Giorgio, a conclusione della giornata celebrativa del centenario del Terremoto. Sbarcato dal cacciatorpediniere Andrea Doria, La Russa si è prima recato al cimitero, dove ha deposto una corona d’alloro al Sacrario dei caduti.
Reggio e Messina, due città “accomunate da una sinergia di progetti”. È così che, con o senza la nascita dell’Area Metropolitana dello Stretto, Ignazio La Russa vede il futuro delle due città gemelle. Da parte sua, il ministro della Difesa promette di appoggiare in Consiglio dei ministri quei progetti condivisi dalle due città, che proprio perché condivisi, spiega, sarà più facile approvare.
La Russa seduto accanto al sindaco Giuseppe Scopelliti e al capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Paolo La Rosa, ha elogiato la Marina «che anche 100 anni fa ha dato dimostrazione della volontà di ogni marinaio di mettere al primo posto la solidarietà insieme al dovere di adempiere i propri compiti militari».
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La Russa trae spunto dalla storia di solidarietà rappresentata dai soccorsi in occasione del Terremoto del 1908 per introdure un argomento di stretta attualità. «Oggi la nostra legge afferma che le forze armate possono essere impegnate anche in caso di calamità, emergenza e casi di necessità. Cento anni fa, con o senza legge, le marine di tanti Paesi furono protagoniste antesignane di un’operazione non solo di soccorso, ma anche di sicurezza, garantendo l’ordine pubblico nel territorio disastrato, assunsero compiti di polizia».
Il pensiero corre dalle rovine di Reggio e Messina al panorama di Beirut, ma anche a certi quartieri di Napoli. «No a compartimenti stagni o rigidi, il compito primo delle forze armate è la militarità, ma non sono meno importanti i compiti ulteriori. Bisogna perseverare – afferma deciso – nel non trascurare di assegnare anche altri compiti, come i pattugliamenti dei quartieri. Un obiettivo, quest’ultimo, cui al di là della fattibilità immediata guarderemo con interesse».
Citazione letteraria (dal Deserto dei Tartari di Dino Buzzati), per spiegare le difficoltà odierne e la non immediata fattibilità del progetto: «Non ci sono militari che guardano immobili in attesa del nemico senza null’altro fare».
Ultimo “siluro”, di carattere politico, per Di Pietro, che oggi attaccando il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha detto “troppi silenzi, silenzio è mafioso”. La Russa non nomina volutamente il fondatore di Italia dei Valori, offrendo invece la propria solidarietà al Capo dello Stato Giorgio Napolitano «per l’insulto gratuito e becero, mascherato da intervento politico, che oggi è venuto in Parlamento da parte di un esponente autorevole». Solidarietà espressa anche a nome dei capi di Stato Maggiore delle forze armate.