Michelangelo Tripodi (PdCi) contro lo sbarramento per le europee

«Uno sbarramento vergognoso e incredibile che mette a rischio la democrazia del Paese. Una legge ad personam voluta dall’asse Pdl-Pd e che chiama in causa le gravi responsabilità del Pd e soprattutto del suo leader Walter Veltroni, che in questo modo pensa di salvarsi dalla sconfitta annunciata delle prossime elezioni europee». Dura nei toni e nei termini, l’analisi del segretario regionale del PdCI, Michelangelo Tripodi, sulla nuova legge elettorale per le europee che prevede la soglia di sbarramento al 4%.
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«Non ci siamo proprio. All’arroganza di Berlusconi – commenta Michelangelo Tripodi – si aggiunge sempre più l’incoerenza e la sfacciataggine del segretario del Pd Walter Veltroni che con la proposta di sbarramento al 4 per cento ha avvallato quello che lo scorso aprile, prima delle politiche, riteneva un danno addirittura per la democrazia italiana. Non per niente ha ricevuto e sta ricevendo critiche e contestazioni molto dure da esponenti dello stesso partito di cui è segretario nazionale». «Un baratto tra il PD e Berlusconi – prosegue il segretario regionale del PdCI – vergognoso sia nel metodo che nel merito. Pdl e Pd vogliono chiudere una partita così delicata in pochi giorni in Parlamento con un colpo di mano basato sulla brutale forza dei numeri. Voglio ricordare, che nel Parlamento europeo conta la rappresentanza e non la governabilità, quindi, appare del tutto inutile e penalizzante per la sovranità popolare uno sbarramento così alto». «Una soglia di ingresso così impegnativa – aggiunge Tripodi – che oltre a rendere più difficile un proficuo dialogo fra tutte le forze di opposizione di sinistra e di centro, alimenta nuove e legittime polemiche, nuovi rancori che potrebbero incrementare l’astensione al voto, penalizzando quindi tutto l’insieme delle forze democratiche. Come ribadito, infatti, e non solo dai Comunisti Italiani, con questo ennesimo colpo di mano ci si sta avviando verso la finta democrazia maggioritaria bipartitica e presidenziale tanto cara a Berlusconi, al centrodestra e adesso anche all’incoerente segretario nazionale del Pd che di sinistra non ha ormai più nulla». Alla luce «di quanto di grave sta accadendo in Parlamento» il segretario regionale del PdCI, torna quindi a ribadire la necessità di tenere alta la guardia in Calabria «dove è più che mai indispensabile un confronto aperto sulla nuova legge elettorale regionale e sull’intero pacchetto delle riforme istituzionali». «Tutte le forze politiche presenti in Consiglio sulla legge elettorale e la riforma dello Statuto – precisa – dovranno essere coerenti lavorando insieme per promuovere norme statutarie ed elettorali in condizioni di parità e di regole certe che stanno alla base della vita democratica, coinvolgendo anche quelle che sono le espressioni culturali e sociali presenti sul territorio che hanno il diritto di essere rappresentate e di dare il loro prezioso contributo attraverso un confronto a tutto campo e non più rinviabile».  «La strada giusta- avverte Tripodi – è quella della democrazia e della partecipazione, pena la perdita di credibilità».
«Ci auguriamo che il vizietto di fare a livello nazionale  le leggi elettorali ad personam non venga trasferito anche in Calabria, perché ciò rischierebbe di determinare un mostro giuridico. In tal senso, sono assai importanti e positive dichiarazioni come quella rilasciata dal neosegretario provinciale del Pd di Reggio, Giuseppe Strangio, che ha giudicato inopportuna l’introduzione dello sbarramento del 4% . Siamo certi che tale posizione sarà confermata anche in Calabria dove è aperta la battaglia per cancellare lo sbarramento del 4%, introdotto con una gravissima forzatura antidemocratica alla fine della precedente legislatura».
«Serve un messaggio forte e democratico – conclude il Segretario del PdCI – è un dovere che abbiamo di fronte a tutta la comunità calabrese. Un messaggio che sia di controtendenza e di esempio nei confronti dell’azione antidemocratica che galoppa ormai a livello nazionale capace persino di cancellare il pluralismo e la rappresentanza popolare al Parlamento europeo, dove non c’è alcun problema di frammentazione e neppure di voto utile».

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