Reggio Calabria. A vederli tutti lì, in Piazza Italia davanti al Comune, si pensa a una protesta. E invece, gli operai forestali dell’Afor, da oggi stazionano davanti a Palazzo San Giorgio in attesa che gli venga comunicato dove intervenire, a patto che il loro lavoro non debba svolgersi a una distanza maggiore di 2 chilometri da Piazza Italia. È la conseguenza di una vecchia querelle che riguarda i rimborsi chilometrici spettanti a quegli operai Afor che si recano sul posto di lavoro utilizzando la propria autovettura. “In considerazione del fatto che ancora non sono stati predisposti i progetti di forestazione relativi all’anno 2009 – recita un ordine di servizio dell’Afor, a firma del dirigente del servizio provinciale, datato 12 gennaio scorso – si dispone che tutti i direttori lavori e tutti i direttori operativi, di concerto con gli amministratori locali, si attivino ad individuare zone di intervento prossime ai centri di raccolta e zone periferiche limitrofe, la cui distanza non superi i km 2 (due)”.
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Una scelta confermata pochi giorni dopo, il 21 gennaio, dal direttore generale dell’Afor, che in una nota dispone: “In particolare, fermo restando l’autonoma organizzazione dei direttori dei lavori da espletarsi nell’individuazione di siti di lavoro idonei fino all’approvazione dei progetti di forestazione per l’anno 2009, gli operai dei cantieri nei quali non operano i pulmini saranno utilizzati in prossimità dei centri di raccolta essendo esclusa ogni possibilità di contabilizzazione di indennità chilometrica”.
Nulla di strano nel caso dei comuni aspromontani, e nulla di strano se ad esempio per il Comune di Reggio Calabria il centro di raccolta fosse stato fissato nella zona montana che pure ricade entro i confini della città. Fino a pochi chilometri prima di Gambarie, infatti, ci si trova ancora nel territorio del Comune di Reggio Calabria. Senonché, invece, i centri di raccolta sono stati individuati genericamente nella “casa comunale”. Ed ecco che, giuste le indicazioni che gli sono state comunicate, questa mattina gli operai Afor si sono presentati davanti a Palazzo San Giorgio. Una presenza pacifica, la loro, ma che non è di certo passata inosservata. A chi, memore delle intemperanze dei forestali in occasione di altre vertenze, chiedeva i motivi della protesta, hanno spiegato candidamente che non di protesta si tratta, ma del loro nuovo “luogo di lavoro”. «Siamo forestali – si domanda perplesso uno di loro – che ci facciamo nel cuore della città?». A conti fatti, se l’epicentro è Piazza Italia, non si comprende bene in quali foreste possano essere utilmente impiegati, nel raggio di appena due chilometri, se non sull’arida spiaggia del Lungomare.