Martino (Pd): «Calabria e Reggio dimenticate»

Reggio Calabria. “La provincia reggina in ginocchio”, “Calabria imbottigliata”: questi alcuni dei titoli campeggiati sui quotidiani in seguito all’ondata di maltempo che ha colpito la nostra regione. Gli effetti sono sembrati quelli di un vero e proprio uragano con morti, frane, smottamenti, frazioni isolate. E gli automobilisti che dovevano attraversare lo Stretto costretti a percorrere la Statale Ionica 106 per giungere a Villa San Giovanni. Uno scenario vergognoso che avrebbe un non so che di grottesco se, a collegare le “mulattiere” di Calabria e Sicilia, immaginassimo il Ponte sullo Stretto di Messina. In fondo è questo il programma del governo Berlusconi: puntare tutto, ogni risorsa, su un’opera faraonica circondata dal nulla infrastrutturale.Perché, è notizia della scorsa primavera, il Ponte si farà e i lavori partiranno nel 2010 per terminare nel 2016. Il Pdl ha dato il via libera politico all’opera dopo il congelamento voluto dall’esecutivo di centrosinistra. Anche se ancora non si sa con quali soldi. Intanto, però, certezze sui tagli: infatti, per finanziare il taglio dell’Ici il governo ha cancellato un miliardo e mezzo di euro destinati ad infrastrutture in Calabria e Sicilia. Si è trattato di un grave ed ingiustificato scippo di risorse ai danni della Calabria e della Sicilia. Demetrio Martino

Di una vicenda paradossale, perché mentre si sbandiera ai quattro venti la costruzione del Ponte come se si trattasse della panacea di tutti i mali del Sud, il primo atto concreto del governo di centrodestra è stato quello di destinare ad altri usi risorse cospicue che l’esecutivo Prodi aveva già da due anni stanziato per infrastrutture in Calabria e Sicilia. Un’ingiustizia inflitta dal governo nazional – padano di Berlusconi, Bossi e Tremonti, che ha dimostrato precocemente quanto avesse a cuore il Mezzogiorno. Le risorse finanziarie della Fintecna, secondo quanto concordato dalle regioni con il governo di centrosinistra, in Calabria sarebbero dovute servire a decongestionare dal traffico l’area di Villa San Giovanni e riqualificare parte della Statale 106. Ed inoltre a progettare il megalotto della tangenziale di Reggio Calabria, infrastruttura essenziale per le aspettative di sviluppo della nostra città. Mentre la provincia reggina si è ritrovata in ginocchio a causa di fisiologiche perturbazioni della stagione invernale. Tutt’oggi, percorrendo la Statale 16, all’altezza di Santa Trada, è possibile vedere un paio di fari fissi contro la montagna e dei lavoratori che monitorano il rischio di smottamenti: un disastro pluriannunciato di cui il centrodestra locale non ha chiesto conto al Governo “amico”. Riguardo al taglio dell’Ici, compensato – come detto – depennando infrastrutture per la nostra regione, sono allarmanti i dati dell’Istituto per la finanza e l’economia locale dell’Associazione dei Comuni. Secondo il Fiel, per le città si prospetta un triennio di lacrime e tagli. Reggio Calabria si piazza al secondo posto, alle spalle di Torino, con la previsione di sforbiciate pari al 46,60 per cento. Il nostro Comune sarebbe costretto a dimezzare le spese, risparmiando qua e là sia sugli investimenti in infrastrutture sia sui fondi per asili, anziani, manutenzione delle strade, rifiuti, polizia urbana e tutti gli altri servizi. Sarebbe bene che il centrodestra locale si destasse una volta per tutte e bussasse alle porte del Governo “amico” di Reggio.
dr Demetrio Martino
consigliere comunale del Pd

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