Reggio Calabria. Lo scorso 22 gennaio il Senato ha approvato e trasmesso alla Camera un disegno di legge delega al Governo in materia di federalismo fiscale, tendente alla costituzione di otto aree metropolitane: Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari e Napoli. Questa elencazione di sapore leghista, la dice lunga sia sull’attenzione verso il Mezzogiorno da parte del Governo, sia sulle intenzioni reali che l’esecutivo nazionale ha rispetto alla promozione ed allo sviluppo dell’Area dello Stretto.
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Riteniamo che il testo debba essere emendato predisponendo da un lato l’inserimento della città di Reggio Calabria e del suo comprensorio tra le aree metropolitane, creando così le condizioni per la costituzione di una nuova e importante città metropolitana, e, dall’altro, prevedendo un preciso riferimento all’area metropolitana di Messina, già istituita dalla Regione Sicilia con propria legge, così da creare le condizioni per la realizzazione dell’Area Metropolitana dello Stretto.
A cento anni dal tragico sisma che distrusse Reggio Calabria e Messina l’accoglimento di questo emendamento sarebbe un segnale di attenzione nei confronti di un territorio che ha bisogno di strumenti e di iniziative per lo sviluppo ed il rilancio. Viceversa, il non accoglimento di questa richiesta avrebbe un valore politico assai grave in quanto penalizzante per un’area fondamentale per lo sviluppo del Mezzogiorno e dell’intero Paese, e le stesse celebrazioni del Centenario del terremoto resterebbero solo vuote iniziative e inutili passerelle.
La CGIL di Reggio Calabria e quella di Messina sono già da tempo impegnate nella creazione della CGIL dello Stretto, una Camera del lavoro, laboratorio tra le due sponde, per costruire e promuovere politiche per la realizzazione della Area Metropolitana dello Stretto, una grande area che metta in rete e in sinergia le potenzialità e le aspirazioni non solo delle due città dello Stretto, ma anche del comprensorio di Gioia Tauro con il suo porto, di Villa San Giovanni, della costa Jonica, di Taormina e delle isole Eolie.
Due grandi aree unite dal mare e dalla condivisione delle medesime problematiche del lavoro e della mobilità, che hanno bisogno di interventi simmetrici a sostegno dell’occupazione, della qualità della vita e dello sviluppo e del potenziamento dell’attuale sistema dei trasporti. L’approssimarsi del 2010- avvio dell’area di libero scambio nel Mediterraneo- impone che le due sponde dello Stretto siano collegate attraverso un sistema integrato dei trasporti che faciliti ed incentivi gli scambi commerciali, la mobilità delle persone, che faccia decollare il turismo, la fruizione e valorizzazione dei beni culturali, ambientali, che promuova la nostra cultura, le tradizioni, la storia, il folklore delle nostre terre, che faciliti ed agevoli gli scambi e i collegamenti interni. Politiche che sviluppino e a loro volta siano il frutto di un sistema integrato universitario che aspiri a diventare la culla della formazione e della cultura del Mediterraneo.
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Il rafforzamento dell’integrazione dell’Area dello Stretto non può non partire dalla naturale creazione di una Autorità portuale unica. Una esigenza logica, consequenziale la creazione nell’ottobre del 2007 dell’Autorità Marittima della Navigazione nello Stretto che, anche se solo per alcuni ben definiti compiti, supera già le competenze prima attribuite alle Capitanerie di porto di Messina e Reggio Calabria. Su questo solco, dunque, creare una Autorità unica che sovrintenda all’indirizzo, alla programmazione, al controllo, al coordinamento e alla promozione delle operazioni portuali e delle altre attività commerciali ed industriali esercitate nei Porti ricadenti tra le due sponde che scongiuri, tra l’altro, il disegno che vuole l’Autorità Portuale di Messina accorpata a quella di Catania e Palermo, e le sue risorse economiche trasferite e decise in quelle sedi. Un’Autorità portuale unica e più grande – che parta da quella di Messina e ricomprenda anche le aree di Villa San Giovanni, Reggio Calabria, per gestire in maniera unitaria e sinergica il sistema delle aree portuali dello Stretto che diverrebbe uno straordinario strumento di programmazione economica, volano di sviluppo, certezza di finanziamenti, sperimentazione di una nuova prassi amministrativa e territoriale di un comprensorio omogeneo ricadente in Regioni diverse.
Un simile sistema integrato rappresenterebbe una grandissima occasione di sviluppo per la Calabria e la Sicilia innanzitutto, ma anche per l’intero sistema Paese. Ecco perché riteniamo che le Istituzioni ricadenti nell’Area dello Stretto e le deputazioni delle due sponde sostengano e rilancino attraverso questo emendamento la promozione e lo sviluppo del territorio. Le aree metropolitane rispondono alle nuove esigenze dettate da mutamenti significativi nel modo di vivere e percepire le città e, quindi, di “abitare” un territorio. La formazione di periferie e di comuni sempre più grandi, popolosi, vicini se non addirittura contigui, ha fatto sorgere l’esigenza di uscire dal governo istituzionale dei singoli Comuni per pensare ad una governance condivisa in grado di fornire risposte d’area. Il progetto si inserisce in una tendenza internazionale. Le grandi metropoli europee hanno avviato da tempo forme di governo speciale nelle grandi aree urbane. Dopo cento anni dalla distruzione dell’area dello Stretto ci troviamo di fronte alla prima vera, grande occasione di sviluppo e di rilancio. Su questo terreno le classi dirigenti dovranno dimostrare di essere adeguate e di avere a cuore le sorti dei nostri territori.
I Segretari Generali
CGIL Reggio Calabria e Messina
Francesco Alì e Lillo Oceano