Dopo la Coca Cola è il turno delle Omeca. Nella giornata di ieri è stata, infatti, diffusa una notizia (fonte AGI) che arriva addirittura da Londra: Alessandro Pansa, direttore finanziario di Finmeccanica, nel corso di una conferenza stampa, ha parlato di possibili nuovi azionisti che potrebbero entrare nel capitale di Ansaldo Breda, rimanendo, invece, invariato, l’impegno della holding per i settori dell’aerospazio e della difesa.
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Oggi, l’Ansaldo Breda che qui da noi significa “Omeca”, è una società totalmente controllata da Finmeccanica e, preoccupa non poco il fatto che il direttore finanziario annunci da Londra, in conferenza stampa, che, per l’Ansaldo Breda bisogna decidere “che quota cedere e con quale governance”.
Esprimiamo un giudizio negativo e forte preoccupazione rispetto alle notizie di una possibile messa sul mercato di Ansaldo Breda. Appare, fra l’altro, gravissimo che una decisione così importante, non condivisa in sé, con tanti riflessi e coinvolgimenti nel nostro territorio, non solo venga annunciata attraverso una conferenza stampa, per giunta da Londra, ma addirittura non passi attraverso un corretto esercizio delle relazioni sindacali.
Non è la prima volta che Finmeccanica cerca di far ingoiare questa pillola provando lo strumento del gossip in sostituzione delle relazioni sindacali per vedere l’effetto che fa. Prima si parla di accorpamenti, poi di riorganizzazione, di messa sul mercato, di partners stranieri, per arrivare, infine, addirittura a parlare di cessione del controllo.
La nostra contrarietà non è rivolta alle alleanze internazionali, ma a qualsiasi ipotesi di dismissione o di svendita della più grande realtà produttiva del nostro territorio. In una fase complicata come questa, con la crisi economica e finanziaria, ci saremmo aspettati da Finmeccanica l’impegno a ricercare carichi di lavoro per l’Ansaldo Breda piuttosto che soluzioni che hanno il sapore del disimpegno. Dal Governo nazionale ci aspettiamo segnali forti nella direzione dell’assunzione della responsabilità di riconoscere e sostenere il valore dell’industria nazionale. Alle Istituzioni territoriali chiediamo di tutelare questo grande gioiello di famiglia.
Il Segretario Generale
CGIL Reggio Calabria
Francesco Alì