Reggio Calabria. Abbiamo atteso volutamente che trascorressero alcuni giorni, prima di fare commenti sul cambio di presidenza alle Ferrovie della Calabria Srl. Abbiamo voluto che il nuovo presidente, la dott.ssa Ricozzi, dirigente generale del Ministero dei trasporti, avesse il tempo per documentarsi sulle difficoltà esistenti all’interno della suddetta società. A tal proposito avevamo inviato una richiesta di incontro con la quale avevamo offerto la disponibilità della Fast Ferrovie a riprendere il dialogo e soprattutto a valutare la possibilità di azzerare il corposo contenzioso attivato contro Ferrovie della Calabria, dalla nostra organizzazione sindacale e dai singoli lavoratori, tuttora pendente presso i Tribunali di Cosenza e Catanzaro.
[ad#ad-1]
Avevamo proposto ciò per favorire il rilancio dell’Azienda e per evitare aggravi economici ad una società che per quello che appare, non sembra che versi in condizioni economiche ottimali. Avevamo richiesto l’incontro però, soprattutto alla luce degli impegni assunti dall’ex presidente Scali nel corso di un incontro tenutosi in Catanzaro con la nostra segreteria regionale ed alla presenza di un componente della segreteria nazionale del nostro sindacato. Dobbiamo però registrare, ormai a distanza di troppo tempo, che purtroppo nonostante la nostra disponibilità, ampiamente dimostrata anche in occasione della vertenza sindacale che vedeva Fdc destinataria di sanzioni amministrative da parte della commissione di garanzia L.146/90, evitate per gli impegni relazionali formali assunti nei confronti di Fast Ferrovie dal Presidente Scali, ci ritroviamo a dover segnalare all’opinione pubblica che tutto è cambiato per non cambiare nulla.
In particolare la Fast Ferrovie Regionale della Calabria denuncia:
- un silenzio assordante è calato sull’intera questione;
- le vertenze giudiziarie rimangono in piedi;
- il nostro sindacato, nonostante gli impegni formali assunti non viene informato su quanto avviene in azienda, atteso che le nostre rappresentanze aziendali non vengono invitate ai tavoli relazionali, in barba ad ogni logica di confronto democratico e di impegni sottoscritti.
[ad#ad-1]
Per tutto ciò non possiamo che evidenziare all’opinione pubblica l’arroganza e la malafede di una dirigenza aziendale che tanto sta penalizzando l’intera categoria dei suoi dipendenti, una dirigenza che ha abusato dei propri poteri per zittire i lavoratori dissidenti infliggendo loro punizioni in palese violazione delle norme costituzionali e della legge sul diritto di sciopero. Una dirigenza, quella di Fdc, che sta tentando di beffare il sindacato violando costantemente le norme che disciplinano le relazioni industriali. La Fast Ferrovie, sindacato protagonista del tavolo di concertazione nazionale del contratto collettivo nazionale della mobilità, in ragione di ciò auspica un intervento risolutore, delle autorità ministeriali e regionali, che con risorse pubbliche finanziano la sua attività, mediante il commissariamento di Fdc e l’allontanamento dai loro incarichi di responsabilità dell’attuale dirigenza resasi responsabile dei provvedimenti sopraccitati. La Fast Ferrovie dice quindi basta alla violazione delle regole di democrazia sindacale da parte di Fdc ed invita altresì le altre segreterie sindacali presenti in Azienda, con le quali condividiamo il progetto del rilancio del trasporto sul nostro territorio, a prendere a loro volta posizione sui provvedimenti punitivi irrogati al personale, reo di aver osato partecipare ad uno sciopero legittimo, sui quali tra l’altro attendiamo il giudizio della Magistratura del Tribunale di Cosenza.
Il Segretario Regionale Fast Ferrovie Confsal Calabria
Vincenzo Rogolino