Area metropolitana. Strangio (Pd) risponde alle preoccupazioni della Locride

Locri. Le dichiarazioni sull’area metropolitana di Reggio Calabria dei presidenti delle Camere Civili e Penali di Locri, avvocati Mazzone e Carluccio, sorprendono non poco. Essi propongono, infatti, alcune preoccupanti considerazioni secondo le quali l’istituenda area metropolitana sarebbe una sorta di sciagura che disgregherebbe la Locride allontanandola definitivamente dalla città capoluogo, mettendo a repentaglio persino la sopravvivenza di numerosi uffici pubblici. Non è così.

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Proprio dall’esame approfondito della norma approvata dalla Camera dei deputati emerge una realtà completamente diversa. Innanzi tutto, il successo raggiunto alla Camera consiste nell’aver inserito l’area dell’intera provincia di Reggio Calabria, e non solo la città capoluogo, tra le 10 più importanti aree del Paese, quelle definite, appunto, “Aree metropolitane” dall’art. 23 (e non 22, come erroneamente sostenuto dai Presidenti Mazzone e Carluccio) del Ddl n. 1117-b. Chi scrive, anche grazie agli studi specifici condotti sul tema dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Reggio Calabria, ha concorso materialmente a predisporre l’emendamento sottoscritto per prima dall’On.le Maria Grazia Laganà Fortugno. Tale testo, in identica formulazione, è stato poi riproposto dall’On.le Bocchino, unificato a quello Laganà ed inserito così nel testo licenziato dall’Aula. Siamo per questo in grado, forse più di altri, di offrire una prima lettura, già abbastanza documentata, sulle novità che la legge produrrà da qui a breve. L’art. 23 Ddl n. 1117-b, è una norma complessa che disciplina in via transitoria la prima istituzione delle aree metropolitane fino alla data di entrata in vigore della normativa ordinaria riguardante le funzioni fondamentali, gli organi e il sistema elettorale delle città metropolitane, che sarà determinata con apposita legge. Per comprendere cosa siano le aree metropolitane e che differenza passi tra queste e le Città metropolitane, ci viene in soccorso proprio l’art. 23 del Ddl. Le Aree metropolitane, spiega la norma, sono quegli ambiti territoriali privilegiati entro i quali la legge consente di istituire una Città metropolitana. La provincia di Reggio Calabria, quindi, che è stata indicata come decima Area metropolitana d’Italia, potrà così dar vita ad una Città metropolitana. Quest’ultima non è affatto una “città” in senso stretto. E’ qualcosa di nuovo e di diverso: un nuovo ente locale che al suo interno è articolato in comuni, il cui territorio, se tutti i comuni della provincia decideranno di aderirvi, sarà coincidente con quello della vecchia provincia.
La Città metropolitana ed i Comuni che la comporranno saranno molto più forti e più autonomi di quanto non lo fossero rispetto alla vecchia provincia. Fin dalla istituzione in via transitoria della Città metropolitana, infatti, l’art. 23, comma 6, lettera d), dispone che “il finanziamento degli enti locali che compongono la città metropolitana assicura loro una più ampia autonomia di entrata e di spesa in misura corrispondente alla complessità delle funzioni da esercitare in forma associata o congiunta, nel limite degli stanziamenti previsti a legislazione vigente”.

Non è dunque corretto sostenere, come fanno i Presidenti della Camere Civili e Penali, che i Comuni che compongono la Città metropolitana avranno minori competenze e minori risorse. Essi avranno, di contro, nuove “funzioni complesse” e nuove e più significative risorse finanziarie. Senza dimenticare che la Comunità europea destina appositi fondi alle Città metropolitane ed ai Comuni che le compongono. Le Città metropolitane assorbiranno le competenze provinciali, ed in più, avranno poteri di rango regionale. Tra questi, l’art. 23 cita: “1) la pianificazione territoriale generale e delle reti infrastrutturali; 2) la strutturazione di sistemi coordinati di gestione dei servizi pubblici; 3) la promozione e il coordinamento dello sviluppo economico e sociale”.
Emerge dunque con chiarezza che le Città metropolitane avranno potenzialità straordinarie ed inedite e che i Comuni che ne faranno parte assumeranno un peso ed una centralità del tutto sconosciuta fino ad oggi. Il sorgere di una Città metropolitana, allora, non solo non comporterà alcuna rinuncia o limitazione di sovranità per i Comuni coinvolti, ma darà vita ad una sorta di “Super Provincia”, frutto di una inedita e rafforzata unione tra tutti i Comuni che decideranno di aderirvi. Si tratta, quindi, di una grande occasione per la provincia di Reggio Calabria e non sorprende che anche altre potenziali aree metropolitane del nord Italia abbiano fatto a gara per entrare nel ristretto novero delle 10 sorelle d’Italia.
E’ assurdo, allora, che si ingenerino infausti presagi. Anzi, grazie alla funzione catalizzatrice di investimenti e di risorse che la Città metropolitana naturalmente reca con se, per la nostra provincia questa è una prospettiva fino ad ora inimmaginabile e di cui ancora non ci si è resi del tutto conto.
E questo non è che il punto di partenza per raggiungere un traguardo ancora più ambizioso: la Città metropolitana dello Stretto. La città di Messina è già un’Area metropolitana. Il sorgere nei tempi previsti dalla legge della Città metropolitana di Reggio Calabria, indurrà anche la Sicilia e Messina ad accelerare nella costituzione del contraltare siculo che completerà la nostra Città metropolitana. Le due Città, a quel punto, potrebbero federare assieme i loro territori in un unico grande soggetto istituzionale. Un’area vasta che coinvolgerà le province di Reggio e Messina, e che costituirà uno straordinario fattore di sviluppo e di crescita per questo grande comprensorio, ma anche per le due Regioni interessate e per l’intero Paese.
Altro che Uffici giudiziari che chiudono o Tribunali che si accorpano, qui c’è in ballo ben altro. Se le cose andranno in porto, l’Area metropolitana costituirà il nostro vero passaggio al futuro. Dovremo volerlo fortemente e tutti assieme, considerato che l’art. 23 del Ddl n. 1117-b, dispone che la Città metropolitana nascerà per via referendaria. Saranno le comunità locali a decidere, ma noi siamo fiduciosi: spiegando bene ai cittadini di quale straordinario volano di sviluppo si tratta, siamo certi che tutti vorranno partecipare. D’altro canto, ne va del nostro futuro, di quello della provincia di Reggio e della Calabria intera.

Giuseppe Strangio, Segretario provinciale del Pd

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