Reggio Calabria. “Michele Prestipino 1887/1975. Storia e Memoria”: questo il tema della mostra che sarà inaugurata l’11 aprile, alle ore 11, a Villa Genoese Zerbi. L’esposizione, interamente dedicata all’artista reggino, è stata presentata nel Salone dei Lampadari di Palazzo San Giorgio. Ad illustrarne i contenuti l’assessore comunale ai Beni Culturali e Grandi Eventi, Antonella Freno, la curatrice del percorso culturale Sabrina Prestipino, e Danila Quattrone componente del team che ha realizzato l’allestimento all’interno del nobiliare edificio che domina il lungomare cittadino.
Un momento concepito per rendere omaggio ad uno degli illustri figli di Reggio Calabria che, con le sue espressività, ha arricchito la città per oltre mezzo secolo. Michele Prestipino, infatti, nacque in riva allo Stretto nel 1887, dove morì nel 1975. Saranno circa un centinaio le opere che occuperanno il primo piano di Villa Genoese Zerbi: l’esposizione, che si protrarrà sino al 10 maggio, consta di diverse sequenze tematiche: “Nudi”, “Fleurs”, “Ritratti”, “Paesaggi”, “Arte Sacra”. Ma la sua attività si concentrò anche sul restauro, sull’arte presepiale e negli affreschi di cui dimostrazione sono quelli presenti in importanti edifici della città come i Palazzi De Salvo, Reitani e Nesci. Altre opere si trovano nella Basilica Cattedrale (“Sacro Cuore di Gesù” del 1958 e “Sant’Antonio di Padova con Bambino” del 1933) e nella chiesa della Cattolica dei Greci (“Sant’Antonio” del 1959).
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Dell’intensa attività artistica di Prestipino e della sua presenza in città, comprensibile dalle testimonianze rimaste, e della necessità “di trasmettere alle giovani generazioni il messaggio della regginità illustre, tramite un viaggio nell’immaginazione creativa di un validissimo artista” ha parlato l’assessore Freno. «Quest’esposizione fornisce l’opportunità di far emergere l’opera di mio nonno – ha, poi, aggiunto Sabrina Prestipino – che, purtroppo, i giovani reggini non conoscono, nonostante le sue qualità siano state apprezzate da personaggi di spicco della sua epoca, come Monsignor Giovanni Ferro: l’intento di quest’iniziativa, perciò, è dare valore alla memoria, affinché qualcosa di suo possa restare nel cammino culturale intrapreso dalla città». Qualche dettaglio tecnico è stato fornito da Quattrone, soprattutto, in merito all’allestimento, «avvolgente nei colori e nelle luci, ma che mette in una posizione di privilegio sicuramente le opere, corredate da didascalie digitali contenenti una serie di informazioni non solo sulla realizzazione, ma, in generale, sull’attività dell’artista».
Giusy Ciprioti (Roto San Giorgio)