Comunità Montane a rischio estinzione, i sindacati incontrano Bova

Reggio Calabria. Il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Giuseppe Bova, ha incontrato a Palazzo Campanella una delegazione dell’Uncem e dei responsabili regionali della funzione pubblica dei sindacati Cgil, Cisl e Uil. Alla riunione hanno preso parte, oltre ai consiglieri regionali Franco Pacenza e Pasquale Tripodi e a numerosi presidenti di comunità montane, il presidente regionale dell’Uncem, Vincenzo Mazzei; nonché i segretari regionali della Fp-Cgil (Luigi Veraldi), della Cisl-Fp (Natale Pace) e dell’Uil-Fpl (Francesco Caparello).

L’incontro era stato programmato nei giorni scorsi, al fine di illustrare ai vertici della massima Assemblea regionale la pesantissima situazione in cui versano le comunità montane calabresi. Si tratta di difficoltà assai gravi, determinate in primo luogo dai tagli imposti dal Governo nazionale nell’ultima legge finanziaria approvata dal Parlamento. L’Uncem, in particolare, ha sottolineato come la drastica diminuzione del fondo nazionale per la Montagna (oggi ridotto addirittura al 20%) abbia causato pesantissimi problemi per le Comunità montane, alcune delle quali si trovano nell’impossibilità di chiudere l’esercizio di bilancio.[ad#ad-1]

Le organizzazioni sindacali, da parte loro, hanno posto l’accento sull’ormai insostenibile condizione economica di una parte dei 420 lavoratori di questi enti, che non percepiscono lo stipendio ormai da diversi mesi. Al fine di sbloccare il pagamento delle spettanze arretrate, i rappresentanti delle forze sociali hanno prospettato una possibile soluzione. L’ipotesi dei sindacati è di destinare al pagamento dei lavoratori (attraverso un’apposita norma nel collegato al prossimo bilancio di previsione della Regione) le somme del Fondo nazionale per la Montagna ripartite in Calabria.
È stata inoltre evidenziata la necessità impellente di ripensare al ruolo delle comunità montane, a cui non è stata delegata alcuna vera funzione dalla legge regionale 34 del 2002 in materia di decentramento amministrativo. Tuttavia, a questi enti viene riconosciuta una funzione specifica e strutturale nell’architettura istituzionale calabrese dalle disposizioni dello Statuto e da quelle della recente normativa di riordino del settore, la legge regionale 10 luglio 2008 n. 20.
In tale contesto, è stata sottolineata l’urgenza di inverare questi principi della legislazione regionale, non solo per garantire la sopravvivenza delle comunità montane, ma soprattutto per dare seguito al lavoro già avviato per rendere più efficace l’azione amministrativa di questi soggetti istituzionali. Attraverso l’incontro di Palazzo Campanella si è inteso investire il Consiglio regionale di tali delicate questioni, affinché la massima istituzione democratica calabrese si faccia carico di sostenere nelle sedi istituzionali competenti le ragioni delle comunità montane. Il presidente dell’assemblea, nel prendere atto della gravità della situazione, ha annunciato ai rappresentanti dell’Uncem e dei sindacati che solleciterà, in direzione di una immediata soluzione del problema, la presidenza della Giunta regionale, nonché gli assessorati regionali al Lavoro, al bilancio, all’agricoltura e al personale. L’on. Bova convocherà inoltre i presidenti dei gruppi consiliari per una doverosa informativa su questo tema. Un’apposita audizione di una delegazione dell’Uncem e delle parti sociali avverrà poi presso la competente commissione del Consiglio non appena sarà incardinato l’esame del bilancio di previsione per l’anno 2009. Infine, il presidente Bova ha reso noto che si farà promotore di un nuovo incontro a Palazzo Campanella tra tutti i soggetti interessati, prima della conclusione del mese di aprile, per fare il punto della situazione dopo i previsti passaggi politico-istituzionali.

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