
Reggio Calabria. Mi dispiace molto per le oltre mille persone che hanno affollato il seggio al Convento dei Minimi lo scorso 19 aprile. Esse credevano di partecipare per la prima volta nella storia di Roccella alle elezioni primarie per il nuovo candidato a sindaco della città. Dalla folla che ha votato quel giorno, mi pare chiaro che i cittadini di Roccella ci avessero creduto per davvero e che addirittura l’esperimento fosse loro piaciuto. Avevano evidentemente pensato che la monarchia assoluta fosse finita e che ci si trovasse di colpo in un sistema democratico in cui è il popolo che, attraverso il voto, esercita la sovranità. Scoprono, invece, dalle parole di Demetrio Naccari Carlizzi, che si è trattato solo di una finzione, di un bluff, o meglio di un “reality”, come quelli in onda in Tv. A sentire Naccari, ci mancava solo che qualcuno da dietro le quinte, nel mentre la gente si apprestava al voto, comunicasse loro che si trovavano tutti su “Scherzi a parte”. D’altro canto, si dice, tutte le decisioni, quelle vere ovviamente, erano state già prese altrove. Così che mentre “una fazione del Pd” lavorava alacremente per celebrare le primarie di coalizione – che proprio il Sindaco uscente aveva benedetto – quest’ultimo si trovava dal suo grafico di fiducia per tracciare il simbolo di una nuova lista da contrapporre alla “fazione del Pd” ed al resto della coalizione.
Ma non scherziamo. Io non so che film abbia visto Demetrio Naccari Carlizzi. Ma, francamente, la verità è ben altra. Il fatto è che a Roccella c’è, ed è forte, una grande voglia di cambiamento. E per assecondarla stiamo lavorando per mettere in campo una nuova squadra, capeggiata da Pino Mazzaferro, che ha legittimamente vinto le primarie, dimostrando una grande popolarità che affianca ad una notevole competenza amministrativa. Un nuovo progetto politico, più forte e più largo della giunta attualmente in carica, che si alimenta di quel civismo democratico che le primarie hanno esaltato. Su questo stesso spirito, d’altro canto, si fonda il Partito Democratico che, per statuto, intende praticare sistematicamente il metodo delle primarie per la selezione della classe dirigente. Un partito che è certamente largo e plurale, ma nel quale, tuttavia, non c’è spazio per l’autoreferenzialità e per gli egoismi. Un partito che non ammette la doppia tessera, dove non si può essere del Pd a Roma, a Reggio o a Catanzaro, e del Pzi (si legga “Partito di Zito”) a Roccella. Tutto questo non ha niente a che vedere con l’evocata “logica proprietaria”, si chiama coerenza. Il matrimonio fra questo nuovo soggetto politico e Roccella s’ha da fare e sono fiducioso che lo sanciranno i cittadini con il voto. D’altro canto, questa città è rimasta fin troppo tempo “Zitella”. È una bella signorina ed è ora che si sposi e metta su famiglia. Una famiglia più larga e più grande nella quale chiunque lo voglia vi trovi posto, da cittadino e non da suddito. Se questo è, allora comunque vada ne sarà valsa la pena.
Giuseppe Strangio
segretario provinciale Pd