Strangio chiude le polemiche sui giovani democratici

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Reggio Calabria. Abbiamo toccato il fondo, ma c’è chi imperterrito continua a scavare. Io, però, a questo che sembra lo sport preferito del giovane Castorina non intendo partecipare. I fatti, d’altronde, sono ostinati e per capire come sono andate le cose basta ripercorrerli rapidamente. Già da un mese a questa parte, Nino Castorina, che ricopre la funzione di Responsabile dell’Organizzazione regionale giovanile, mi ha contattato formalmente per comunicarmi l’intenzione di convocare il Congresso provinciale. È lui che ha fissato la data, che ha predisposto manifesti e prenotato saloni. Per quello che potevo, per come richiestomi dallo stesso Castorina, mi sono reso disponibile a sostenere le spese congressuali dei giovani democratici. Sempre lui ha fissato al 18 aprile il termine per la presentazione delle candidature ed ha convocato ufficialmente tutti i delegati all’Assemblea congressuale. Giunta però la data fatidica, Castorina si è reso improvvisamente conto di non avere la maggioranza dei delegati a favore, ed allora, con estrema disinvoltura, ha tentato maldestramente di rinviare il Congresso. Nel far questo, però, ha commesso un altro errore grossolano: non ha rispettato le regole congressuali che proprio lui, quale organizzatore, aveva per primo il compito di far osservare. Castorina, infatti, ha dimostrato di ignorare le norme vigenti sancite dall’Assemblea Costituente Nazionale del Partito Democratico il 27 ottobre 2007, confermate dalla deliberazione della Commissione Nazionale di Garanzia del Pd del 27 agosto 2008, che dispongono che “… gli eletti all’assemblea costituente regionale e nazionale eleggono, a maggioranza assoluta dei presenti, il Coordinatore provinciale”. La strategia dilatoria di Castorina, che puntava a far saltare il Congresso per mancanza di un ipotetico numero legale, che invece la norma non prevede, falliva miseramente. Numerosi delegati, infatti, si presentavano regolarmente al Congresso e votavano “a maggioranza assoluta dei presenti”, per come prescritto, a favore di Domenico Mandarano. E si da il caso che quel giorno, il 21 aprile, fossi presente personalmente al Congresso perché invitato proprio da Castorina. Ho potuto così constatare che i delegati si sono espressi tutti a favore di Mandarano tranne uno che si è astenuto al momento del voto. A Massimo Tramontana, componente dell’Esecutivo regionale che presiedeva il Congresso, non restava allora che proclamare Mandarano quale nuovo Coordinatore provinciale. Non ha sortito alcun effetto, a quel punto, l’intervento di Castorina, che nel corso dei lavori congressuali ha preso la parola e ha dichiarato pubblicamente di aver commesso un «errore politico ritenendo di avere la maggioranza dei delegati» e che quello che si accingeva a fare poteva non essere “bello”. Preannunciava in quella sede, davanti alla platea congressuale, che lui in persona, quale Organizzatore regionale, avrebbe fatto annullare il Congresso. Detto questo, si alzava e se ne andava, lasciando i delegati presenti e – lo confesso – anche il sottoscritto, letteralmente sbigottiti. Da li in poi una fiumana di dichiarazioni roboanti, una vera e propria escalation, sfociate nel paventato “commissariamento” della federazione provinciale giovanile, per giungere sul finale all’invettiva nei miei confronti condita da formale richiesta di dimissioni. A placare le ire del nostro, non è bastata neppure l’autorevole voce del movimento giovanile nazionale che, per bocca del Segretario dei Gd (Giovani democratici), Fausto Raciti, inviava già lo scorso 24 aprile una nota ufficiale chiarificatrice con cui, richiamate le regole congressuali, confermava la legittimità dell’elezione di Mandarano ed invitava all’unità e al dialogo. Castorina rintuzzava anche lui! Dinanzi ad uno spettacolo simile, dopo aver esercitato per giorni l’arte della pazienza e della tolleranza ed aver praticato il più assoluto silenzio sull’argomento, cosa avrebbe dovuto fare chi come me guida pro-tempore la Federazione provinciale del Partito? Assistere addirittura all’invocato “commissariamento” di un organismo che è parte della stessa Federazione, peraltro legittimamente eletto, e solo perché inviso a Castorina? Ribadisco ancora una volta che, per quanto mi riguarda, la vicenda del congresso dei giovani l’aveva chiusa il Segretario nazionale Raciti, non Strangio, che ha legittimato l’elezione di Mandarano a coordinatore provinciale convalidando il congresso del 21 aprile scorso. Quello che è accaduto dopo, invece, mi rafforza nel convincimento che avevamo ragione noi quando abbiamo deciso che il Partito dovesse occuparsi direttamente di questa brutta vicenda tentando di ripristinare un clima di correttezza e di rispetto delle regole. Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

Giuseppe Strangio
Segretario Pd dell’Area metropolitana
di Reggio Calabria

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