Un conto salato, risultato di una reazione spropositata e fuori luogo. Interpreto così la denuncia, con relativa richiesta di risarcimento, chiesta congiuntamente dal sindaco Scopelliti e dal suo omologo di Messina a seguito delle dichiarazioni del giornalista Antonello Caporale, che ha definito le città dello Stretto “due cloache”. È indubbio che il giornalista di “Repubblica” abbia utilizzato un’immagine eccessiva, che avrebbe potuto risparmiarsi. Lui stesso ha fatto già un passo indietro, riconoscendo l’inopportunità dei termini espressi per descrivere le condizioni in cui versano Reggio e Messina.
Al piano giuridico, però, si sarebbe dovuto preferire quello del dialogo. Accettate le pubbliche scuse da parte di Caporale, sarebbe stato interessante invitarlo in occasione di un Consiglio comunale ad hoc. Semplicemente per il fatto che il noto giornalista di “Repubblica” non è nemico di Reggio, né di Messina. Con le sue numerose inchieste, semmai, ha sempre cercato di fare emergere contraddizioni e falle con l’intenzione di denunciarle anche agli amministratori locali, in modo che ponessero rimedio per il bene delle comunità reggina e messinese. Non è forse vero che nella nostra città esistono eterne emergenze, sotto gli occhi dei cittadini? Il sindaco anziché richiedere mille euro per ogni reggino che a seguito delle dichiarazioni di Caporale si sarebbe sentito leso nella propria dignità, dovrebbe impegnarsi concretamente per modificare le gravi situazioni esistenti. Sottolineando, certo, l’inopportunità delle parole proferite in tv dal giornalista, ma non prolungando la polemica (addirittura ponendola sul piano giudiziario) fine a se stessa ed ammettendo i limiti di Reggio. Dimostrando, così, la volontà di impegnarsi per superarli, giovandosi anche delle critiche di un professionista dell’informazione allo stesso modo in cui la maggioranza dovrebbe ascoltare con rispetto ed attenzione i rilievi dell’opposizione. Forse Caporale, in realtà, è chiamato a pagare quanto scritto nel libro “Gli impuniti”, in particolare nel capitolo dedicato a Reggio. La storia raccontata è quella nota dell’ex Italcitrus, del Palazzo della Rai annunciato e mai sorto nella nostra città. È possibile che il risarcimento chiesto da Scopelliti sia questo e nient’altro: la richiesta di una punizione a livello giudiziario per un giornalista che fa il proprio mestiere, senza chiedere alcun visto prima di pubblicare a chicchessia; o, come direbbe il primo cittadino, un giornalista che denigra e sa solo odiare (come buona parte degli oppositori al pensiero unico)!
Il consigliere comunale del PD
Dott. Demetrio Martino